INTERVISTA: La dodicesima Notte
È tempo di interviste su Interstella Magazine..
Oggi ci occupiamo de La dodicesima Notte, rock band campana che ha saputo conquistare critica e pubblico con il suo primo disco: “Il venerdì dei mostri” (trovate la recensione QUI) e finita nella nostra top five emergenti del 2013..
La dodicesima notte: un percorso musicale dalle mille contaminazioni che nel 2014 ha ormai 4 anni di musica alle spalle. Come è stato questo periodo passato insieme? La fame è ancora la stessa degli inizi?
Il progetto è nato nell’estate del 2010 ed è cresciuta nel tempo l’esigenza di dar voce alle nostre coscienze utilizzando musica e lirica. La condivisione del progetto, inteso appunto come esigenza comunicativa, nel tempo ci ha unito ancora di più e ci ha permesso di incidere una demo e anche l’album. In questi tempi l’appetito non manca, il menù è ancora ricco..
Il vostro disco di debutto, Il Venerdì dei mostri, è stato accolto molto positivamente dalla critica musicale italiana, sempre restia a giudicare con obiettività proposte che prendono le distanze da tutto quello che caratterizza le mode del momento. Era la reazione che vi aspettavate? Siete sempre stati certi di aver fatto un buon lavoro oppure temevate un riscontro negativo?
Nonostante i tempi non siano i migliori per poter portare avanti un progetto, riteniamo che bisogna credere fermamente in ciò che si fa. Se si intende la critica come un mezzo attraverso cui si possono comprendere al meglio spunti ed attitudini comunicative , che , quasi per natura inconsapevole, connotano il progetto de La Dodicesima Notte , non possiamo far altro che ritenere che gli addetti ai lavori hanno apprezzato la nostra voracità e aggressività comunicativa , destinata ad un pubblico che va’ al concerto dei Deftones ed a quello dei Super Elastic Bubble Plastic contemporaneamente.
Una freccia importante nell’arco de Il venerdì dei mostri è stata la produzione. Curata da Davide Rosati, presso l’acme recording studio, ha dato una caratterizzazione sonora precisa al vostro disco di debutto. Come avete vissuto la collaborazione con Davide? Credete sia stata costruttiva anche per il percorso successivo alla produzione del disco?
Le tre P : Potenza, Professionalita’, Produttivita’ . “La Dodicesima Notte ” all’ ACME ha goduto di un salto di qualità grazie all’esperienza del BOSS, grazie alla sua disponibilità e grazie ad una condivisa passione per il progetto che lo ha reso l’indiscusso quinto elemento..
Il venerdi dei mostri è senza alcun dubbio un album impegnato. Tuttavia non commette l’errore di essere spiccatamente politicizzato. Al contrario riesce a trattare tematiche molto delicate senza sfociare nella propaganda. Si tratta di una caratteristica sviluppata a tavolino e ragionata, oppure spontanea e perfettamente attinente sin dall’inizio al vostro modo di scrivere?
Molto spesso il messaggio di attualità ha una connotazione giornalistica e pseudo-politica. Noi affermiamo il nostro “ pensiero” con un’ attitudine non demagogica , ma se chi ci appezza si alza ogni mattina con “ il piede sinistro” , non fa’ altro che la cosa giusta.
Come nasce un vostro pezzo? Qual’è l’iter compositivo che vi caratterizza e a che punto riuscite ad avere gli elementi necessari per valutare quanto valga la pena portarlo avanti?
Le canzoni vengono da sole un po’ come le parole (ride ndr). Scrivere un album permette di svuotare la tua mente e la tua natura, trasferendo il tutto in un messaggio, un concept che diventa la linea guida del disco. Ci siamo svuotati dell’attualità, intesa come intrattenimento , ed abbiamo concepito così il disco in un’ atmosfera grottesca ed al tempo stesso ironica. Tutto ciò che stuzzica questa esigenza “ di svuotamento ” volta per volta diventa la chiave dell’iter compositivo di un brano ( che sia uno strumento o la sola voce questo è indifferente) , e , produce alla fine un suono che ha un suo carattere ed una sua pasta. Non scriviamo molto ma “il giusto”.
Quando e come nasce la collaborazione con Overdub Recordings? In che modo è riuscita ad influire positivamente sul vostro percorso artistico?
Nasce alla fine del 2011 e ci ha dato le indicazioni su quale strada percorrere autonomamente. Ci siamo sentiti liberi di poter dare vita a brani con un loro carattere e Overdub Recordings ci ha messi sulla strada giusta. Quando ci si addentra nel mondo discografico è un po’ come passare dall’eccellenza a campionati di serie molto più rinomate ma pieni di squali, non si è sempre pronti a livello organizzativo ma la nostra forza e quella della nostra Etichetta ci permette di nuotare a testa alta.
Secondo voi qual’è, realisticamente parlando, il ruolo delle etichette indipendenti italiane? Sono inutili come molti sostengono, oppure esistono ancora persone con cui valga la pena collaborare?
Condividere la propria voglia di fare musica, con altri bipedi, su questo inutile minerale detto Terra che gira intorno al Sole, è la cosa fondamentale. Le etichette indipendenti aiutano a mettere in contatto i gruppi, i fruitori di musica, e tutti gli addetti ai lavori che convivono in uno stesso scenario.
L’artwork del disco sembra essere pieno di riferimenti alle tematiche che lo caratterizzano. Ci raccontate come è nata l’idea che ha caratterizzato lo sviluppo grafico dell’album? È davvero così legata alle argomentazioni trattate?
L’artwork cerca di rendere visibile ciò che i brani raccontano, noi ci siamo limitati solo a far ascoltare il disco a Nobu The Monkey il quale ha disegnato uno scenario, molto simile a come lo immaginavamo noi.
Quando e perché avete scelto come titolo “Il venerdì dei mostri”? In che modo va a riassumere quello che è il messaggio di fondo che volevate lanciare?
Il venerdì è l’inizio del weekend e rappresenta la maschera pirandelliana per eccellenza. I nostri mostri sono coloro che rincorrono ogni giorno (il venerdì). La pena che proviamo non è per la scimmia ma per la giacca (cit.).
Sotto il punto di vista sonoro si tratta di un album spesso chiuso e concentrato sugli incastri di basso e chitarra. Siete però stati maestri nel gestire le “aperture” che riescono a smuovere dinamicamente ogni pezzo. In questo modo ogni brano riesce a funzionare nella maniera giusta. Era a questo tipo di risultato che puntavate sin dall’inizio, oppure è stata una caratteristica venuta fuori col tempo?
Hai detto tutto tu..
Dove può e dove vuole arrivare La Dodicesima Notte? Ci sarà un secondo disco? Raccontateci cosa avete in mente per il futuro.
Il disco ci sarà anche se la Line-up è leggermente cambiata. Per il momento suoniamo in giro e intanto continuiamo a creari brani che andranno nel secondo disco. Per il concept, e i diversi sviluppi vi linkiamo i nostri social:
Ci salutiamo. Un grazie dalla redazione di Interstella Magazine. Quest’ultimo spazio è per voi. Lanciate un ultimo messaggio ai nostri lettori!