RECENSIONE: Kermit – Litoral
Che la scena post rock internazionale viva una fase contemporanea di stasi artistica e discreto successo di pubblico è ormai argomentazione nota ai più. Si tratta di una condizione determinata dalla profonda emotività intrinseca celata in questo genere, purtroppo compresa soltanto dopo centinaia di tentativi. Tentativi che hanno contribuito alla formazione di una scena decisamente omogenea all’interno della quale resta sempre più complesso distinguersi. Come fare allora?
Una possibile risposta è quella dei Kermit, coadiuvato artistico proveniente da Malaga e fresco di pubblicazione del secondo disco: Litoral. Ponendo la premessa d’essere un lavoro intrinsecamente ispirato dalla poesia (e non alla poesia) , questo album riesce a porsi come una reale alternativa ai dettami classici del post rock. In realtà arriva ad essere una creatura indipendente usando per lo più espedienti tecnici, che nella maggior parte dei casi riescono ad essere efficaci e comunicativi.
Realizzato questo particolare importantissimo si riesce a comprendere quanto la musica dei Kermit sia in realtà contaminata da generi come il jazz classico, od addirittura il Fusion, utilizzati in maniera intelligente come exit strategy da una storia che altrimenti sarebbe già scritta. Un disco ben fatto che racconta tante storie uniche e nessuna poi così particolare. Non si tratta di una mera congettura riguardo lo stile che caratterizza questa band, bensì dell’unica cosa certa che si può dire sulla musica dei Kermit: assomiglia a tanti e a nessuno.
Una proposta molto interessante, sicuramente ancora da smussare. Cavilli a parte, Litoral resterà una delle più gradite sorprese del 2014.
Link utili: Official Facebook Page
Voto: (7,5 / 10)
Tracklist:
- 1926
- Samhain
- Circumpolares
- We tripantu
- Ingeborg
- Magnitizdat
- 1927
Una risposta
[…] Kermit – Litoral […]