RECENSIONE: King Suffy Generator – The Fifth State
Quando la pittura ispira la musica è inevitabile trovarsi davanti a qualcosa di maestoso. Il connubio generato da queste due forme d’arte indipendenti è il risultato di secoli d’approssimazione l’una all’altra, sin dai tempi mitici in cui gli artisti potevano essere straordinariamente poliedrici. I King Suffy Generator fanno propria questa preziosa lezione e trovano una musa inesauribile nelle opere di Giorgio Da Valeggia. Un progetto arrivato al terzo full e che sembra pronto al grande salto.
Partendo da una premessa quantomai nobile sviluppano la loro proposta artistica attraverso le strade sconfinate del post rock, fermandosi, di tanto in tanto, a contemplare il panorama psichedelico del secolo passato, che tanto ha saputo dare alla storia dell’uomo. La complessità delle linee melodiche riesce a colorare The fifth State che però ha il difetto di specchiarsi troppo. Una sorta di narcisismo inconscio fa capolino nei punti più deboli di una produzione comunque carica di personalità.
Non mancano le idee a questi ragazzi piemontesi. Forse ne hanno fin troppe. Gli arrangiamenti non hanno sbavature, la pulizia sonora è invidiabile. Un disco che scorre lasciandoti qualcosa di importante. Non manca però quel retrogusto amaro, quella sensazione che ti lascia in quel limbo devastante dove la domanda “Manca qualcosa?” regna incontrastata. La realtà è che non ci può essere nulla di più in The fifth State. Questa considerazione personale parte da un pensiero sostanzialmente basilare: forse in questo disco, ci sono fin troppe cose. A tratti si ha la sensazione che la proposta cerchi di compiacere se stessa con una serie di passaggi a vuoto, perdendo di vista gli intenti comunicativi.
A parte questo The fifth State viaggia in prima classe sul treno del post rock italiano. Un album pensato, scritto e realizzato con una precisione assolutamente chirurgica. Un disco che non può che essere un piccolo successo personale per i King Suffy Generator.
Consigliato? Manco a dirlo. Ascoltatelo. È tutto qui sotto.
Link utili: Official Facebook Page
Voto: (7,5 / 10)
Tracklist:
- Derailed dreams
- Short-term vision
- Rough souls
- Revlieve the burden
- We used to talk about emancipation
- Tomorrow shall we see
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Formazione:
Alberto Grossetti (drums)
Francesco Pagano (bass guitar)
Dario Bandini (guitar and synth)
Stefano Cuccovillo (synth and guitar)
Daniele Tori (guitar and alto sax)