ALBUM DEL GIORNO: Brett Anderson – Black Rainbows
Per chi ricorda gli anni ’90, o per lo meno chi ne ha sentito parlare quasi come un sogno, non può non pensare ai Suede. Sicuramente qualcuno di noi avrà canticchiato a denti stretti la famosa “Lazy” quando non si aveva voglia di far nulla o ballato distrattamente sulla note di “Beautiful one”.
Ma oggi parliamo di un album particolare: dopo lo scioglimento del gruppo inglese nel 2002 Brett Anderson, cantante e leader della band, decide di intraprendere la carriera da solista e nel 2011 pubblica il suo quarto album “Black Rainbows”.
E’ un album rimasto un po’ in sordina, rimasto un po’ nell’ombra.
Contiene 10 tracce, la volontà principale di Anderson è quella di recuperare una melodia rock genuina e coinvolgente. La chitarra elettrica con accordi semplici, ma che colpiscono dritto al bersaglio, arricchisce l’album, dipinge le canzoni con colori accesi e dona a chi ascolta una sensazione di calore.
La voce di Andreson, una delle particolarità dei Suede, è anche per questo album una garanzia su cui puntare. Il suo modo di cantare è cambiato, come giusto che sia visto che sono passati molti anni dal suo esordio musicale; non è più una voce da ragazzino camuffata nei falsetti, ora è matura, piena.
Non mancano certo delle sperimentazioni elettroniche: vengono inserite nelle intro ma sono dosate, non violente, inserite nei momenti giusti e non hanno la presunzione di prendere il posto degli altri strumenti.
E’ un album interessante, autentico e originale. Merita senza dubbio di essere ascoltato.
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Tracklist:
- Unsung – 4:11
- Brittle heart – 4:08
- Crosh about to happen – 3:37
- I count the times – 3:48
- The exiles – 3:49
- This must be where it ends – 3:57
- Actors – 3:36
- In the house of numbers – 4.10
- This men dancing – 3:15
- Possession – 4:54