“Lo strano caso di Felice C.” di Vincenzo Salemme
Che cosa fareste se vi dicessero che le vostre certezze sono andate inesorabilmente distrutte?
Vi buttereste a terra sguazzando nelle vostre lacrime? Vi chiudereste in casa fino a consumare l’ultima scatoletta di tonno? Vi flagellereste con la cravatta a quadri di vostro nonno?
Sono tutte soluzioni molto valide credetemi ma Vicenzo Salemme con lo spettacolo “Lo strano caso di Felice C.”, scritto nel 1989 e messo in scena nel 1992, racconta di una reazione ben diversa.
Si parla appunto di lui, Felice C., un uomo come gli altri, 37 anni, sano e forte ma qualcosa non gli permette più di vivere serenamente, è accaduto qualcosa che ha cambiato radicalmente la sua vita.
Felice C. è comunista! No, vi prego non chiudete l’articolo, vi scongiuro! Non voglio assolutamente entrare nel marasma della politica. Ascoltate un po’.
Felice ha sempre seguito e rispettato quelle regole che potessero garantire la riuscita di un mondo migliore, ha combattuto contro la corruzione, la prepotenza, ha lottato per la giustizia. Ma nel 1989, con il crollo del muro di Berlino e l’inesorabile sgretolamento del partito comunista, Felice ha visto morire tutte le sue regole del vivere civile con l’avanzare della società capitalista, una realtà che crede solo nel guadagno, dove ogni rapporto con il prossimo è dato dal puro egoismo.Felice C. si sente perso, ingannato anche dalla sua stessa ideologia e per questo chiede di essere risarcito: chiede di poter ricevere la pensione d’invalidità civile perchè incapace di vivere in questa società. La motivazione non è che questa: “Perchè è fallito il comunismo!”.
Provate a immaginare la faccia del povero Giuseppe Cocuzza, agente dell’INPS che ha il compito di valutare questa domanda d’invalidità. Felice C. è a tutti gli effetti un invalido. Intendiamoci, non ha nessuna menomazione fisica o problemi psichici ma è invalido in quanto non sente di appartenere a questa società, una società che lui non ha scelto. Ergo, gli spetta la pensione.
Qui non si sta discutendo se un’ideologia è sbagliata oppure no, o ancora peggio, se sia migliore di un’altra. Si sta parlando di un sogno, un sogno di un uomo che è stato ucciso dalla dura e spietata realtà.
Insomma, secondo voi ce la farà il nostro Felice a ricevere la pensione o dovrà rassegnarsi a vivere in questo mondo?