LIVE REPORT: The tallest man on earth @ Circolo Magnolia by Mary Ministrica
Milano, 04/12/2013.
“Sold-out”. Questa è la scritta che compare quando cerco di comprare il biglietto per The tallest man on earth al Circolo Magnolia, concerto previsto per il 4 Dicembre 2013. Provo disillusa a chiedere se qualcuno ha un biglietto da vendermi ed il giorno prima del concerto ecco che inaspettatamente me ne ritrovo uno in mano.
Kristian Matsson: eccolo il cantante compositore svedese conosciuto da tutti per la sua carismatica presenza scenica, paragonato a Bob Dylan per l’abilità nel comporre le canzoni e per lo stile vocale.
Lui, l’uomo non alto più di un metro e 60, registra e produce i propri dischi in casa. Ha sempre affermato che la connessione tra la sua voce e la sua chitarra è così forte che raramente le registra come tracce separate.
Un Magnolia pieno che lo aspetta, godendosi nel frattempo il live dell’amico svedese Daniel Norgren che suona per un’ora. Ma ecco che alle 23:00 arriva sul palco il protagonista tanto atteso e subito incanta tutti con il suo tocco chitarristico, gentile e guizzante allo stesso tempo. Ci travolge col vigore del vento e del sole del Sud, con tanto di riproduzione di accento e di espressioni, insieme alla sua voce potente, graffiante e piena di vita. Per un’ora e mezza il tendone del Magnolia si trasforma nei vari paesaggi che Matsson vuole proporci: l’uomo più alto del mondo ci teletrasporta nel suo universo. E’ però nel respiro di “The Wild Hunt“, per metà malinconico abbandono, per l’altra molto viva, che si apprezza il chiarore limpido della terra di Kristian . In altri momenti sembra invece di passeggiare per una avenue di una metropoli americana, col sottofondo di un lontano cantautore di strada. Testi di una bellezza e profondità quasi magiche.
Il suo nuovo album There’s No Leaving Now è un viaggio raccontato attraverso le storie di speranza e di sconfitta, di perdita e di amore. Il profumo assolato dell’arpeggio country di “Leading Me Now“, la serenata spagnoleggiante di “On Every Page“, il latrato frizzante di “Wind And Walls“. Il vero asso cantautorale viene però sfoderato da un pezzo vecchio: “Like The Wheel“. È in questo brano che si comprende la sua carica emotiva, il suo tocco di scrittore personale, comprensibile e insieme grandiosamente metaforico: «Oh I wish I was the sparrow in your kid’s eye-Like a fly above is summer all day long-On an island in the heart he has to carry-Past the many you have let into your song».
Lui, l’uomo più alto del mondo, con la sua sola presenza tiene un concerto di un’ora e mezza, compreso il bis. Forse troppo lungo per un genere come il suo, forse troppo lungo per un frutto ancora un po’ acerbo ma potenzialmente maturo come lui. Al bis iniziavo a non sentire più le ginocchia, ma è stato sicuramente uno dei live più intensi di questo 2013. Grazie piccolo folletto, ti aspetto per il prossimo viaggio.
Mary Ministrica