RECENSIONE: Borghese – L’educazione delle Rockstar
Da un pò di tempo mi chiedevo che fine avesse fatto la canzone di denuncia. Quel rock cantautorale, anche un pò sdolcinato e metodico, che era sempre riuscito a farci innamorare, a farci passare notti insonni di coscienza sociale, a farci progettare svolte di cartone e a farci scontentare di vite apparentemente piene. Poi è arrivato Angelo Violante con la sua creatura, anti politica ed al contempo anti-populista: Borghese.
Davanti agli occhi casa mia. Le mie montagne. Le nostre montagne. Le nostre fabbriche, le nostre ex fabbriche. In primo piano lui, questo supereroe dei giorni nostri al contempo buono e cattivo, alla stessa maniera paladino e mattatore. E allora con passamontagna e giacca e cravatta ci trascina dentro un dipinto fatto di colori accesi e senza compromessi. Il rosso è rabbia sociale, ma anche amore. Il blu è la speranza ma quando serve diventa il nero dell’oblio, il bianco è la capacità di parlare di Dio senza attaccare ma portando alla riflessione. Che poi di Dio non si parla, ma soltanto del nostro ego. Del nostro bisogno d’essere sempre al centro, di sperare più che desiderare che la nostra opinione sia davvero importante per il girare interminabile di questo pianeta.
Borghese prende in prestito Bella Ciao e ne attualizza il significato recondito. Non solo ne prende a noleggio i concetti manipolandoli e mandandoli su quella macchina del tempo che è “L’educazione delle Rockstar”, ma con astuzia ne utilizza anche le melodie tirando all’interno di un ambiente decisamente poco familiare l’ascoltatore tipo del tanto cantato pezzo rivoluzionario. Ecco l’arguto stratagemma, ecco svelato l’arcano. Ecco perchè questo è un disco che può piacere anche a chi normalmente non dovrebbe piacere.
Ecco perchè “L’educazione delle rockstar” è un grande debutto. Non perchè sia ben prodotto (dettaglio che comunque vale la pena rimarcare) e nemmeno perchè i pezzi hanno una forte valenza artistica. Lo è perchè ci imbroglia, ci raggira, ci fa fare autocritica, ci emoziona e ci destabilizza. E infondo, è quello che ci si aspetta da un vero cantautore.
I giovani di oggi ignorano di avere un passato…come possono immaginare di avere addirittura futuro?
Link utili: Official Facebook Page, iTunes
Voto: (4 / 5)
Tracklist:
1. Annie
2. Non sono 3. Luoghi in comune 4. Mississippi 5. Bella ciao 6. L’odore 7. Lasciare Berlino 8. Dio ha un profilo su Facebook 9. La rosa 10. Cosa hai da guardare? 11. Preghiera di un uomo per bene |
Formazione:
Angelo Violante – piano, synth, voce
Giacomo Pasquali – chitarre, basso
Carlo Liberatore – chitarre
Daniele Domenicucci – batteria
Una risposta
[…] Vi avevamo parlato del suo disco qui. […]