LIVE REPORT: Suuns @ Covo Club – Bologna
Per una chirurgia della ripresa.
Nei primi venti minuti, complice anche un impianto non molto efficacie, la band canadese ha riversato sulle orecchie dei presenti un agglomerato di rock post punk non ben definito. Quasi fosse una zolla di terra lanciata da un palazzo e diretta a collidersi addosso a un centinaio di persone. Terra formata da vari strati, vari materiali, ma non setacciati.
Passata la tempesta, un’operazione chirurgica di separazione dall’udito all’udibile si è palesata e poi concretizzata alle nostre orecchie: i ragazzi hanno recuperato la materia, l’hanno filtrata per rischiarare, alleggerire l’atmosfera, grigia e pesante fino quel momento.
Una batteria in primo piano martellante. Un basso granitico. Una chitarra spavalda. Una console sempre presente e modulatrice. Le voci: 4 brillanti voci a tenere viva quella che è una seria ripresa di un post punk non europeo ma valevole come una delle più belle espressioni del genere in questo momento, nel mondo.
Dichiaratamente indie, i Suuns, anche se a tratti latenti, non possono esimersi dal sound ruvido e aggressivo, calcolato ma anche spontaneo e azzardato del punk.
Il concerto si è risolto così, chirurgicamente. Una sutura ad una falda aperta a malo modo. Dalla sutura, il recupero. Anche degli ascoltatori presenti.