ALBUM DEL GIORNO: Art Of Empathy – Posthuman Decadence
Progetto estremamente importante ma della durata di pochi anni, Art Of Empathy, all’anagrafe Jef Janssen dal Belgio, spicca a parer mio come pietra miliare alla quale appoggiarsi nel torbido mondo dell’apocalyptic folk con contaminazioni dark e non solo. Forte del suo attaccamento a tutto ciò che è malinconico, Jef traduce immediatamente tutto ciò che prova dentro di se in musica, registrando le sue elucubrazioni alla chitarra sin da quando ne riceve una in tenera età.
Passano gli anni e le prove empatiche dell’artista belga prendono finalmente forma per la prima volta nel 2007 con l’esordio in studio Evening Sessions, che riceve ottimi riscontri di critica. Ma è nel 2010 che l’apice della carriera del progetto, dal quale purtroppo non è mai ridisceso (o salito ulteriormente) grazie ad altri album, viene raggiunta grazie allo splendido lavoro di Posthuman Decadence.
Album decisamente patinato, ma allo stesso tempo ricco di aneddoti che sfogliano la vita, le passioni, le influenze, l’interiorità più infima di Janssen che butta nel suo frullatore mistico ogni possibile contaminazione che il suo ambiente propina: dark ambient, folk puro, contaminazioni martial, cantautorato melancolico, arrangiamenti neoclassici, virtuosismi al pianoforte degni del miglior post-rock, totale coinvolgimento dell’ascoltatore, che mai si annoia di fronte ad una corrente ostica come quella propinata da un semplice ometto che, come tanti altri assieme a lui, ha un universo così complesso e vario al suo interno da riuscire ad esorcizzare il tutto solo rendendolo indelebile tra le pieghe di un disco (e forse azzardo) perfetto, curatissimo e inebriante.
Mi sembra giusto farvi partecipi anche delle belle parole che Jef dedica al suo pubblico (tratte dal suo sito ufficiale, al quale potete accedere dal link più in basso) e soprattutto della poca cupidigia che si cela dietro al suo progetto (i suoi due album sono infatti scaricabili gratuitamente sempre dal suddetto sito), spiegato perfettamente nella sezione “Why?”:
“AOE is all about creating beautiful, dreamy songs, but, like with most art, there’s a bit more…With certain spheres and stimuli AOE tries to convince you to reflect about things. Because wondering can open doors. It can put things in a different light and break through conventions. It can recall that wonderful, innocent curiosity. It makes people think twice about senseless tv-messages, political evolutions, ecological disasters and absurd commercials. All this without being political (correct / incorrect).
Because: in the end AOE is just some dark music for dark dreamers. Download it, sit back and enjoy.”
Tanta umiltà dietro tanta bravura e coinvolgimento musicale meritano davvero di essere portati integralmente all’attenzione di tutti gli interessati, ed infatti mi sembra che la scelta migliore sia lasciarvi con l’intero album da ascoltare. Notate i cambi di atmosfera, la perfetta simbiosi delle tracce, le festose e allo stesso tempo autodistruttive melodie che questo semplice, ma grande uomo ha saputo amalgamare perfettamente in una produzione che suona commerciale, ma che fa invece parte del completo opposto.
Link Utili: Pagina Facebook / Sito Ufficiale
Tracklist:
- The Design
- Good Morning Sick World
- Don’t Mind
- Recreaton
- If This Is A Man
- Beautiful War
- Still Dancing
- Virile Earth
- The Source
- The Paradox Of Essence
- Dying Cosily
- Posthuman Decadence
Formazione
Jef Janssen (Voce, Strumenti, Anima)
Thanks for the kind words, my friend!
Greetings from Belgium
Jef, AOE
Wow Jef, thank you for commenting my review! This is just a brief article, there’s so much more to say about your great work. You’ll always be one of my favourite artists. Thanks again!
Lorenzo