RECENSIONE: Pick a Piper – Pick a Piper
Avendo sentito Caribou suonare dal vivo, una domanda si parò a caratteri cubitali davanti ai miei innocentissimi occhi: come/chi c***o aveva arrangiato i suoi elettronicissimi pezzi per renderli così… così?
Risposta: evidentemente Brad Weber.
Breve cronistoria di Brad Weber: batterista classe ’82, viene scelto da Caribou AKA Dan Smith AKA Dapnhi per trasporre in lingua “live” il suo album del 2010 “Swim”, girando per il successivo annetto come gruppo spalla di nientepopodimenochè Thom Yorke e soci.
A Brad deve essergli piaciuta l’aria, e così, finito il tour, pensa: “E se registrassi in studio cose tipo quelle che ho portato in giro con Caribou?”
Detto fatto, ecco il progetto Pick a Piper, e, senza alcuna esitazione, che disco, signori, che disco.
Volendo riassumere alla benemmeglio questo album, è un po’ come se Caribou si fosse messo a suonare con gli Atoms for Peace, e tutti insieme fossero andati dallo strizzacervelli e avessero realizzato che la vita è anche un pochino bella: é un rock elettronico molto tirato e pieno di allegrezza e spensieratezza, senza per questo scadere nello stucchevole o nella banalità, con pezzoni da ballare per mezz’ora fra continui crescendo e diminuendo (Zenaida, South to Polynesia), e altri da seguire “headbangando” come invasati fra rullanti pazzi e intermezzi jazz (Hour hands).
Cosa mi hai combinato, Brad? Keep on going, bro, prevedo un futuro molto radioso per te.
P.S. Sfida per voi: ascoltatelo, e provate a capire dove finisce lo strumento e inizia l’elettronica.
Sticazzi, eh?
Link utili: Pick a Piper su Bandcamp
Voto: (4 / 5)
Tracklist:
- Lucid in Fjords
- All Her Colours
- Cinders and Dust
- Once Were Leaves
- South to Polynesia
- Zenaida
- Hour Hands
- Dinghy in a Quiet Cove
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Formazione:
Brad Weber
Angus Fraser
Dan Roberts