RECENSIONE: Lady Gaga – ARTPOP by Mary Ministrica
A Carnevale di un paio di anni fà mi travestii da Lady Gaga, con tanto di membri maschili disegnati sui tacchi in memories alle sue famose scarpe. Per una sera mi sono sentita trasgressiva e sentivo che avrei potuto “osare”. E osare è quello che da anni la nostra diva prova a fare, e lo fa con una facilità sconvolgente.
Angelina ha dovuto inventarsi un personaggio per sfondare in quel mondo pop che già iniziava ad essere saturo di personaggi che cercavano di ricopiare icone come Madonna. Ma lei ce l’ha fatta e in questi anni a colpi di canzoni decisamente belle, di cappelli estrosi, di scarpe eccentriche, di vestiti fantasiosi, di collaborazioni importanti. Lady Gaga è senza dubbio la nuova Regina della Pop-dance. Non dimentichiamoci che è una cantautrice e, a differenza di Madonna, non canta in playback.
Noi fans aspettavamo con ansia l’uscita del suo quarto album, ARTPOP, dopo The Fame (1998), The fame monster (2009) e Born this way (2011). Se volessi trovare un aggettivo per descrivere ARTPOP potrei dire «bello», ma non eccezionale. Ero pronta a dire «UAUH!!» e invece no. Gaga questa volta ha dimenticato l’ingrediente principale di tutte le sue produzioni precedenti. Lo stupore.
Decisamente Lady Gaga ha un po’ deluso le aspettative create intorno a questo nuovo album. Non fraintendetemi: è un album pop-dance molto bello ma che di Art però non ha molto. Qualcosa per essere arte deve portare innovazione e qui di innovativo non c’è molto. Un sacco di sperimentazioni ma le linee melodiche non sono eccelse e, soprattutto nella prima parte, sembra di sentire sempre lo stesso pezzo, con poche variabili accattivanti. Miss Gaga si riprende nell’ultima parte dell’album( che dura peraltro un’ora): Dope è una bella canzone al pianoforte, intensa; Gypsy è brillante, energica, innovativa; Applause è il suo rapporto con il successo: al di là di ogni retorica e di ogni pomposo videoclip, esce fuori un messaggio preciso, il classico diritto alla standing ovation. Sexxx dreams è fresca e piena di luce. Fashion! è invece un tributo carino al funk seventies che ci regala qualche minuto di puro Moroder.
Artpop non credo che sarà per Gaga la chiave che le permetterà di svettare sulle produzioni del mainstream contemporaneo ma resta comunque un ottimo lavoro e un buon disco da ascoltare e ballare. Buon divertimento e, ricordatevi: « I’m not real, I’m theatre » [cit. Lady Gaga]
Voto: (7 / 10)
Tracklist:
- Aura
- Venus
- G.U.Y.
- Sexxx dreams
- Jewels n’ drugs
- MANiCURE
- Do what U want
- Artpop
- Swine
- Donatella
- Fashion!
- Dope
- Gypsy
- Applause
Premetto che ho ascoltato solo qualche brano random e non il disco intero ma credo che – nonostante mi trovi d’accordo sul punto relativo all'”art” – è un artista che come pochi (es. Michael Jackson) sia stata in grado di trasformare la propria persona da nome a marchio aziendale contando quasi solo su sè stessa pertanto non sempre un disco riesce al 100%. Io ad ogni modo nn vedo l’ora di tornar a vedermela live 😀