LIVE REPORT: Festival MiTo @ OGR (TO), 8/11/2013 by Mary Ministrica
Appena scesa dal treno respiro un’aria fresca nel capoluogo piemontese. C’è fermento in giro e la città mi appare più viva e agitata che mai. È il Festival Internazionale di Musica e Arte a creare questa atmosfera dinamica e colorata. Si è svolto così a Torino dal 7 al 10 Novembre, oggi alla tredicesima edizione, il Festival MiTo che negli anni è cresciuto molto e si è conquistato il cuore di un pubblico eterogeneo in continuo aumento.
Quest’anno il tema è stato “TWINS” e rafforzava l’importanza del gemellaggio in tutte le sue forme. Innanzitutto inteso come legame di fratellanza tra Torino e le altre città in cui il Festival si muove, da Londra a Milano, poi come appartenenza a una community che coinvolge tutti gli artisti che da sempre condividono i valori del progetto e infine anche come capacità di coniugare diverse aree artistiche legate alla musica, come la video art o la fotografia. E’ stato un Festival che ha raccolto più aspetti e non a caso la manifestazione si è svolta negli stessi giorni di Artissima.
L’edizione 2013 è stato un contenitore creativo e avant-garde di musica elettronica, con oltre 35 artisti da tutto il mondo e moltissime esclusive italiane. La line-up annunciata (salvo alcuni cambiamenti in corsa) ha visto tra alcuni dei grandi protagonisti della scena musicale contemporanea, dimostrandosi coerente con le ultime tendenze internazionali. Un’edizione che ha confermato come il festival torinese venga considerato il miglior festival di musica elettronica, con una propria identità.
8 novembre 2013. Ora voglio accompagnarvi in una delle location più belle che abbia mai visto: è venerdì 8 Novembre e sono entrata finalmente alle Officine Grandi Riparazioni. Una location enorme, immensa, che ti riporta con la mente alla Torino di fine Ottocento. Le Officine erano state concepite per essere un centro di avanguardia nella revisione e riparazione di locomotive e carrozze ferroviarie, nel pieno della Rivoluzione Industriale. E come una locomotiva impazzita i nostri artisti hanno rianimato al meglio questa location.
Parte The Haxan Cloak che ha riempito le OGR con le sue celebri atmosfere tenebrose, figlie tanto del dubstep più estremo quanto dell’avanguardia, della classica contemporanea quanto del black metal. Seguono, ma questa volta senza i coriandoli a cui siamo abituati nei loro spettacoli, i veneti Ninos Du Brasil. Forse da loro ci aspettavamo qualcosa di più ma restano l’esempio di come ciò che a volte nasce per scherzo, poi, diventa qualcosa di spettacolare. Ci deliziano con i visual dell’iberico Carlos Casas a fare da sfondo e una techno da favela con testi in portoghese inventato.
E poi è arrivato lui, Holden, indiscusso protagonista della serata precedente. Questa volta in versione dj, ci delizia con un set eccellente in questo enorme e splendido spazio e ci accompagna in un viaggio intergalattico dove il trentaquattrenne londinese privilegia il lato techno melodico più enfatico della sua produzione, creando momenti di euforia collettiva, e ci lascia nelle mani magistrali di Jon Hopkins, uno dei dominatori di questo Festival, anzi, oserei dire il dominatore del Club To Club. Melodie brillanti e profondi rombi di basso. Hopkins, fulcro della scaletta di artisti in programma, porta in dote un mood più ipnotico e allo stesso tempo dinamico, muovendosi tra cavalcate da e momenti dreamy. Il risultato è potente, sostenuto da break fondamentali per dare respiro e ripartire con maggior slancio. E le OGR non potevano che andare sold out.