Recensione: Piccola Orchestra Karasciò – Apologia
La scelta soltanto in apparenza pretenziosa di assegnare un titolo tanto altisonante ad un disco, che si trova quindi da subito costretto a non tradire le aspettative che la sua premessa letteraria suscita , è sicuramente un primo atto d’originalità in quella che ci si pone davanti agli occhi come un’opera dalla doppia valenza: musicale e letteraria. Ecco dunque che parlando di “Apologia” ultima fatica in studio della Piccola Orchestra Karasciò non possiamo e non vogliamo commettere l’errore di perdere di vista quella che , a tratti, riesce ad essere una insolita e naturale alchimia tra testi e musica.
Un concept di fondo ci accompagna attraverso l’eterno altalenarsi di vecchiaia e gioventù, due protagonisti distinti, con visioni differenti, ma immersi nella stessa sostanza. E allora si parla d’amore perduto, di luoghi, persone e perfino divinità , riuscendo a suscitare in diverse occasioni quel senso d’irriverenza e originalità proprio dei grandi.
Se tuttavia l’aspetto letterario non viene mai sottovalutato e una voce narrante si preoccupa d’essere il nostro Virgilio nell’inferno dei viventi di mezzo c’è un dettaglio non poco importante : la musica. La piccola orchestra in rare occasioni come ” Ultima stazione” trova una sua precisa collocazione stilistica ma molto spesso cerca l’originalità delle armonie usando e mescolando generi non sempre con la stessa padronanza. E’ sempre lecito aspettarsi, qualunque sia il genere considerato, quel pizzico di genialità in fase di arrangiamento che non è mai determinato dai tecnicismi o dalla bravura esecutiva, ma dalla valenza delle idee. Purtroppo questo disco si pone musicalmente come nulla di nuovo, sminuendo in qualche occasione l’abilità di penna.
La musica italiana, anche quella d’autore, in qualche modo dovrà andare avanti, dovrà evolversi. Per ora la piccola orchestra non pone questa prerogativa al centro della sua proposta e sforna un buon lavoro restando a lavorare sulle sponde sicure di lidi già abitati, ma mai dire mai.
Voto: (3 / 5)
Paolo Piccoli – Voce e chitarra acustica
Roberto Nicoli – Basso elettrico
Fabio Bertasa – Chitarra elettrica
Michele Mologni – Batteria
Diego Camozzi – Mandolino
Francesco Moro – Fisarmonica
Enzo Guerini – Voce narrante