Un’eroina 8bit: il ritorno di Chipzel
Negli ultimi anni il mondo della chiptune (o, se preferite, 8bit) ha subito una svolta che ha i suoi pro e i suoi contro. Vi avevo già parlato molto tempo fa di 4mat e del suo album che lo ha riportato in auge dopo aver militato nella scena underground per una decina d’anni. Vi avevo anche già accennato agli elementi che l’artista mescola sapientemente all’interno delle tracce del suo lavoro, creando una commistione tra suoni degni del caro vecchio Game Boy e basi house che rasentano la trance.
Tutta una serie di artisti si è voluta cimentare in questo sperimentalismo a tratti rischioso proprio in questi ultimi anni che danno il via al primo decennio del secolo: primo fra tutti il caro Sabrepulse, che osa molto di più grazie ai suoi ritmi schizoidi degni della peggior dubstep da rave party, ma che diventano in qualche modo ben voluti da chi ascolta proprio grazie al fatto che il DJ non dimentica mai di inserire qua e la elementi 8bit, che siano basi distorte, citazioni videoludiche o composizioni ridondanti che tanto piacciono agli appassionati.
In bilico su tutte queste commistioni che piano piano si stanno allargando a macchia d’olio troviamo la nostra Chipzel, nome d’arte di Niamh Houston, una ragazza che si sta sicuramente facendo un nome nella scena chiptune degli ultimi tempi. Viene dall’Irlanda del Nord e il suo immediato successo è dovuto, neanche a dirlo, ad un videogioco, il capolavoro indie Super Hexagon (creato da quella mente meravigliosamente malata di Terry Cavanagh). Il gioco, difficilissimo nella sua semplicità, consiste nel muovere un cursore triangolare con un movimento rotatorio attraverso una sorta di labirinto psichedelico che pulsa seguendo i prepotenti beat di Chipzel, che ci dimostra immediatamente quale sia la sua scelta stilistica.
Aggressiva, claustrofobica, la ragazza punta molto sulle basi distorte e su beat molto sostenuti come è di tendenza oggigiorno, un sound da dancefloor che non dimentica, ancora una volta, la sua intrinseca e sottile trama pixelata, magari distorta, scombussolata, sospesa e poi ripresa di colpo, ma in qualche modo sempre e comunque presente. E’ grazie a questo che la musica di Chipzel ha posto il mio interesse sull’attenti, non solo per il fatto che si tratti di una ragazza che sta spiccando in un mondo prettamente maschile come quello della community 8bit, ma anche per la sua grinta e la spavalderia perfettamente estrapolabili ascoltando i suoi album.
Artista di formazione recentissima la nostra Niamh: esordisce infatti con l’EP contenente le tre tracce della colonna sonora di Super Hexagon proprio l’anno scorso, seguito poi dal primo LP, “Phonetic Symphony”, un riuscitissimo lavoro di 13 tracce in cui viene stigmatizzato l’approccio vincente dell’artista irlandese, che crea sapientemente un alternato mondo di luci ed ombre, in cui si passa dai suoi tipici beat aggressivamente cupi e sporchi a melodiose armonie degne della migliore vecchia scuola di Dubmood o Bit Shifter. Elemento sempre presente è la ridondanza, la sensazione di girare in tondo, travolti da una marea di pixel e luci stroboscopiche impazzite, dalle quali è difficile staccarsi e dalle quali, alla fin fine, non vogliamo neanche tanto separarci.
Dopo solo un anno ecco uscire il suo secondo LP, “Spectra”, uscito proprio i primi giorni di ottobre e che continua imperterrito la strada ormai imboccata a testa alta dalla nostra eroina a 8bit: c’è la title track in apertura che ci scaraventa nuovamente nel mondo di Chipzel con le sue ridondanze vorticosamente distorte, i suoni acuti che attaccano da ogni lato, il pulsare frenetico, pixellato. E’ come essere risucchiati all’interno del grigiore di uno schermo con problemi di segnale, che come sabbie mobili elettroniche ci trascina sempre più a fondo con un movimento sussultorio, continuo ed inesorabile, e la sensazione aumenta a mano a mano che si procede con l’ascolto. Eccoci pronti ad affrontare gli alti picchi sonori di “Forged In Stars”, ondulatori ed infidi, ma così orecchiabili; a prendere fiato nei lunghi respiri elettronici di “Formed In The Clouds”; a riconoscere la scuola di Nullsleep con “Only Human”, così sfacciatamente cattiva e dolce allo stesso tempo nel rapporto base-melodia. Il rapporto aggressivo-melodioso è il vero marchio di fabbrica di questa talentuosa ragazza, che non ha paura di osare e di fare suo qualsiasi ascoltatore che abbia un minimo di inclinazione alla musica elettronica da serata alcolica, quella che ti fa involontariamente scatenare portando fuori il peggio di te, ma anche per chi riesce anche a vedere al di la della muraglia di beat e a distinguere un’artista che sta sempre più raggiungendo una grande maturità artistica, che ha imparato bene la lezione e la sciorina senza tanti preamboli.
“Spectra” continua e si conclude come sopra, senza che io stia ancora ad affastellare parole a caso per descrivervi questa ultima pregiata uscita chiptune: andate invece qui e scaricatevi l’album gratis per potervi immergere appieno nelle atmosfere di Chipzel, così deliziosamente psicotiche e così dolcemente nostalgiche. Un album maturo, coinvolgente, che non stanca mai nella sua offerta di basi becere che tanto piacciono al popolino discotecaro e di melodie acutamente coinvolgenti, che solo la chip music può creare, per chi preferisce un approccio più “alto”.
Vi lascio con alcune tracce dell’album e con un video del gameplay di Super Hexagon, perché dovete conoscere sia il gioco sia il suo impatto visivo-uditivo, che proiettò questa brava artista nella Seria A dell’8bit dei giorni nostri.
Voto: (8 / 10)
Chipzel – Spectra (Autoprodotto – 2013)
- Spectra
- Tokyo Skyes
- Forged In Stars
- Formed In The Clouds
- Only Human
- Aurora Borealis
- Evolution
- Beyond The Cosmos
- Veteran
- Sonnet
- Sunday
- The Art Of War
- Final Credits