roBOt Festival 06. Day_01
La prima sera del roBOt Festival 06 si è conclusa non troppo tardi.
Una sera abbastanza tranquilla, sia per numero di persone che per la scaletta degli artisti.
Ad aprire, Lisanne Pajot e James Swirksy (CA), con le musiche del geniale Jim Guthrie. Il loro Indie Game: The movie è un puro esperimento documentaristico di immersione dal reale al virtuale, nelle vite di alcuni ragazzi che vivono prettamente nel virtuale, in casa loro, davanti al loro pc, programmando videogames. Alta risoluzione, vite al limite, isolatezza. Il tentativo, riuscito, di raccontare una vita che al mondo non viene raccontata da nessuno, almeno fino a quando due videomaker canadesi come la Pajot e Swirksy non decidono di dedicarvisi, vincendo anche il premio come miglior montaggio documentaristico al Sundance Film Festival del 2012.
Subito dopo – ma in realtà cominciando sul finire dell’Indie Game: the movie – il collettivo Zimmerfrei (IT) hanno creato un ambiente sonoro dalle mille sfaccettature. Di base è parso essere in uno scenario underground, dove l’atmosfera sonora era prima densa e compatta poi in espansione.
Treni, cigolii, grida, vento, ferraglie, passi, porte che si chiudono e si aprono, e un lento continuo tendersi di corde.. Ad un certo punto viene da pensare che sia una sorta di indovinello: che suoni sono in realtà, da quali strumenti provengono o quali oggetti li generano?
Inoltre, sono forse conglomerati accidentali?
È stato tutto live. Frenesia, poi calma, poi di nuovo frenesia.
Onedotzero (UK). Con il loro Onedotzero_Resonate hanno mostrato la loro potenza nel produrre creature e ibridi virtuali al limite del biologico. Guerre computerizzate e scenari simil apocalittici alternati a radure di prolificazione virtuali. La musica.. da brivido!
Carsten Nicolai (DE) – che forse tutti conosceranno meglio come Alva Noto – ha portato a Bologna il suo Future Past Perfect_Parts 1-4 stupendo tutti e lasciando a bocca aperta perfino i critici d’arte presenti nel Salone del Podestà. Quattro video, quattro temi che sinceramente trovo ancora difficile da connettere l’un l’altro, in cui non trovo un file rouge.
Part_1: le immagini quasi al microscopio presentano dei canyon. Una esplorazione che pare essere fatta da un elicottero. Però forse guardando attentamente, dopo 3 minuti, puoi iniziare a pensare che sia una sonda in scandagliamento del muscolo cardiaco. La musica è chiaramente la sua, ed era eterea.
Part_2 Architetture. Pura suggestione del rigore geometrico, della razionalità non disturbante. Una scuola? Un palazzo disabitato? Ma di colpo delle persone escono dalle porte.. L’occhio attento vi ha potuto riconoscere le famose Unités d’habitations di Le Corbusier situate a Marsiglia. Splendide carrellate in esterna e in interno. Per non parlare dei tetti..
Part_3 Un divertente distributore di bibite si prende gioco di un uomo. Luminosa giocosità e suoni dal sapore electro-french.
Part_4 Nuvole e neve. Nicolai vuole trarre in inganno forse, giocando su una materia liquida come l’acqua: l’acqua allo stato gassoso, quindi nuvole, e l’acqua allo stato solido, quindi ghiaccio o semplicemente neve a terra, da quanto si evinceva nel video. Anche qui la potenza delle immagini si è spinta ad un limite che, valicato, rendeva quasi impercettibile la differenza tra i due stati. E il suono qui, era in crescendo, romantico e materico.
Starfuckers (IT). Nemmeno un glitch (dato notevole) per il duo italiano che ha elaborato un sound elegante, grazie anche alla chitarra elettrica distorta. Il rischio di sottofondo è forte ma.. I due hanno saputo variare nei momenti in cui si sono spinti in punti che parevano essere di non ritorno, forse retorici ma, appunto, catapultati in ordini differenti dall’abilità dei due.
Tim Hecker (CA). Ha rasentato il drammatico ma è stato di una dolcezza lancinante. Il tappeto musicale era d’altri tempi, una “sfoglia” musicale, o brezza per chi lo preferisce, che richiama al salone un po’ di fine elettronica 80s. Alla fine è stato un vortice che anziché risucchiare, porta tutto (e tutti) a catapultarsi nell’aria, ma con ordine.
Restate robotizzati (sintonizzati), news e foto a breve.