FILM DEL GIORNO: La Grande Abbuffata
Nel corso degli anni mi è capitato di vedere film, anche poco conosciuti, nei quali gli attori si preparano per un suicidio. Ricordo ancora di aver visto (e di esserne rimasto scioccato), quando ero ancora un piccolo cacasotto, un film israeliano (non ricordo il nome) dove, utilizzando dei flashback, si raccontavano le storie di 4 giovani che architettano il proprio suicidio in un carcere, portandolo a buon fine (se così si può dire).Ma, cari miei interstellari, mai e poi mai sono rimasto colpito da un film come da questo che vi sto per consigliare.La Grande Abbuffata, oppure «La Grande Bouffe» -se vogliamo far finta di essere dei grandi intellettuali- è un film franco-italiano che racconta la storia di quattro amici.
Quattro uomini di successo che, stanchi della propria vita monotona, decidono di suicidarsi in un modo molto particolare: mangiando e abbuffandosi fino la morte.
Considerando che questo film fu presentato al 26° festival di Cannes, nel 1973, potete essere certi che non troverete effetti speciali stile splatter. Quello che troverete è semplicemente un quadretto di cinque persone (quattro amici più una donna, loro ospite) che non fanno altro che mangiare. E’ molto interessante notare come i 4 soggetti rappresentino le 4 figure dell’ideologia borghese: la giustizia, l’arte, la cucina e l’avventura sessuale. Un film per criticare il consumismo della società condannata, secondo l’autore Marco Ferreri, ad una «autodistruzione inevitabile». Consigliatissimo, ma da evitare dopo i pasti.
Considerando che questo film fu presentato al 26° festival di Cannes, nel 1973, potete essere certi che non troverete effetti speciali stile splatter. Quello che troverete è semplicemente un quadretto di cinque persone (quattro amici più una donna, loro ospite) che non fanno altro che mangiare. E’ molto interessante notare come i 4 soggetti rappresentino le 4 figure dell’ideologia borghese: la giustizia, l’arte, la cucina e l’avventura sessuale. Un film per criticare il consumismo della società condannata, secondo l’autore Marco Ferreri, ad una «autodistruzione inevitabile». Consigliatissimo, ma da evitare dopo i pasti.