Efterklang Live @ Bronson_Ravenna
Lunedì 6 Maggio 2013. Ravenna.
Un letterale invito a passare oltre, a vedere sentire scrutare in altre dimensioni, in altre atmosfere.
Sintonizzarsi su frequenze altre.
Riuscire a connettersi ad altre realtà.
Cinque splendidi danesi, un atterraggio anomalo per le orecchie di noi poveri italiani. Pochi ma buoni quelli che, vicini, o lontani, o estranei sono arrivati a sentirli. Buoni poichè in linea con le loro frequenze, capaci di entrare nel vasto bosco danese fatto di voci eteree, lontane, calde ma anche gravi e per niente dissonanti, brulichii da sottobosco, ribollimenti, artiglierie primitive, canti senza parole ed echi atti ad elevarli, pianole a bocca, tamburi fanciulleschi.
Nulla da togliere ai tanti che non sono arrivati a Ravenna per ascoltarli dal vivo.
Se Piramida, il loro nuovo album, per molti è stato una forzatura dettata dal cambio di etichetta (ora incidono per la 4AD) e quindi una volontà di produrre un qualcosa che a tutti i costi sovrastasse in qualità le loro precedenti produzioni, per me è la conferma di una linea percorsa con piena maturità già dal primo loro album, Springer.
La linea degli Efterklang si è ben manifestata e delineata lungo tutta la loro esibizione ravennate: i loro arrangiamenti giocati sui caldi e sui freddi, gli ambienti sono creati tramite synth e numerosissimi campionamenti (specialmente nelle canzoni di Piramida), sporadiche apparizioni di fiati ahimé qui “sintetiche” e non live, data la mancanza di un’orchestra e poi.. poi quella loro meravigliosa modalità di glitchare il pop, rendendolo indecifrabile (elettronica o elaborazione di un qualcosa di vero, di naturale?).
Caspar, il cantante e leader, ha tenuto il palco come un signore, alternativo e stiloso, ma sorridente e continuamente in contatto col suo pubblico. Un pubblico che pur essendo di poche anime, era lì per loro. Con loro. E qui l’essere signore da parte di Caspar: devozione per il proprio pubblico, vicinanza, sicurezza e un atteggiamento coinvolgente quando ha illustrato la loro “trovata da tour”: ogni concerto lasciano una scatola vuota sul palco dove i fan possono depositarvi ciò che desiderano e far viaggiare così i propri oggetti, i propri messaggi con i ragazzi danesi. In questo modo si è creata una catena che lega tutte le città da loro toccate e tutti i loro seguaci. Una immensa famiglia. Una comunità che condivide, scambia, ama e tramanda la stessa passione per gli Efterklang e non solo.
Una catena che si spezzerà solo nel giorno della loro ultima data-tour, a Cork in Irlanda.
Per non deludere quanti magari hanno voglia di sapere la scaletta (ricordiamoci che ora più che mai con il mezzo internet si può trovare di tutto), vi propongo la foto che ho scattato alla loro setlist cartacea sul palco, pochi attimi prima dell’inizio dell’esibizione.
In galleria, altri momenti clou della serata.