RECENSIONE: Modojohn – Fuori di testa
Ci sono come minimo tre buoni motivi che mi fanno apprezzare gruppi come questo, motivi che elencherò qui di seguito (con l’augurio che almeno uno di questi vi faccia quantomeno incuriosire quel tanto che basta per darci un ascoltata).
Il nome, prima cosa [cit.]. E’ vero, non ho la più pallida idea di cosa significhi, o del perchè sia stato scelto proprio questo, ma una cosa è innegabile: Modojohn è un nome con i controcazzi e che desta subito curiosità..non vi basta? sentite questa allora:
L’ecletticità! Quella vera intendo, e non decisa a tavolino tanto per fare i “radical-chic-artisti-a-tutti-i-costi” della situazione (com’è tanto in voga oggi). Quell’ecletticità che ti mette in difficoltà quando in una conversazione qualcuno ti chiede “ma che genere fanno questi?” e tu dopo averci pensato un pò su rispondi “vabè te li passo, tu ascoltali”. Ecco.
E se ancora non bastasse (e scusate il campanilismo): sono Abruzzesi! Ora, io dico così e per me basta e avanza perchè quando sento di un gruppo che viene dalle mie parti non posso fare a meno di incuriosirmi, ma per te che leggi e magari abruzzese non sei posso aggiungere che vengono da Lanciano, e se nemmeno questo ti dice niente aggiungo che si tratta del paese di origine di un’altra band molto apprezzata da noi di Radio Interstella: i nostri affezionatissimi Management del Dolore Post-Operatorio!!
Ancora non sei convinto? Allora sarà il caso che clicchi su questo link, dopodichè fido che tornerai su questa pagina con una voglia matta di ascoltare questo fantastico gruppo, che si è formato nel 2007 ma che solo quest’anno ha preso il nome di Modojohn.
Band delle più classiche (due chitarre, batteria, basso e tastiere) ma non assolutamente per il sound proposto, che non si allontana mai troppo da una base sempre molto orecchiabile e tipicamente pop, ma che và a far visita ai generi più disparati, dall’elettronica (un richiamo ai Bluvertigo, anche per effetto della voce del cantante Matteo Iarlori specie quando accompagnata dai cori) al rock al funky passando per degli azzeccatissimi passaggi jazz swing.
Capitolo testi: con ironia e (forse a volte eccessiva) leggerezza vengono affrontati i classici temi che affliggono questa nostra società con particolare riferimento al rincoglionimento televisivo di massa che viene tirato in ballo spesso e volentieri
Primo disco, autoprodotto, che lascia davvero ben sperare per il futuro di questi ragazzi.. tra i vari pezzi spiccano U con l’accento, Miglior Offerente (“i poeti gloriosi odorosi dell’oro del grande talk show di dio, loro non cantano ma contano l’oro e alle muse hanno dato l’ addio…i bisogni, i processi mentali, le domande che creano l’io..delegati agli spot commerciali..e non so più che cosa sia mio”), Niente di Facile e A Passi di Centesimi (“misuriamo a passi di centesimi la sorte della nostra malasorte di amarci lontani e vicini ma nel rumore di un telefono”)..
Ascoltate e dite la vostra!! Li trovate cliccando sui seguenti link:
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