Intervista ai Microguagua al borde de la ruta. Sorrisi pieni, nuvole di fumo, rum e corpi sciolti…la magia del levare
Ebbi l’occasione di conoscere i sei di Raval (Barcellona) in una calda sera d’agosto di un anno fa grazie alla città di Ferrara e al suo Buskers Festival in cui ci fecero ballare per due ore filate tra sorrisi pieni, dolci nuvole di fumo, rum e corpi sciolti instillandoci nel cuore la speranza di poterli rivedere prima o poi e la convinzione che al mondo esistono ancora le cose semplicemente belle.
Ed è stato così che domenica 20 maggio casualmente scoprii che i nostri avrebbero suonato al Tavello E’ festival nei pressi di Limena (Pd), in quella giornata in cui la città Ferrara ritornava casualmente protagonista, ma questa volta tristemente, svegliandosi ferita e dovendo fare i conti con le sue perdite architettoniche ed umane con i suoi giovani eroi del lavoro morti durante un coraggioso turno di notte, vittime di una brutale fatalità e di un’ irresponsabilità cronica di chi è padrone dei mezzi di produzione che hanno lasciato una traccia di amarezza pure in me che scrivo.
Ho inforcato il pandino senza esitazione, ma ancora scosso dagli eventi di un giorno cupo ed inaspettato, e piano piano, quel che è stato un concerto piccolo e gentile è riuscito a tirare su il mio morale abbattuto e a farmi ricordare le sensazioni di calore gioia luce e leggerezza provate in quella notte ferrarese di un’estate fa riportandomi uno sprazzo di ottimismo nell’anima, tra pezzi vecchi e nuovi ed un medley classico del caro Robert Nesta marley.
Questo sapore d’ottimismo lasciatomi nell’animo ha portato inevitabilmente il mio pensiero ad una città che so per certo che si rialzerà senza smettere di lottare nemmeno per un’istante anche dopo che la terra ha tremato di nuovo con ulteriori drammatiche conseguenze e nemmeno qualora il nostro Stato troppo spesso assente facesse mancare la sua presenza una volta che le telecamere verranno lentamente spente, poiché per quei cittadini in cui è realmente radicato il senso dello Stato ossia la coscienza di essere una Collettività, ciascuna vita un bene comune, un fare comune, non si spegnerà la forza di fare rete e di aiutarsi concretamente.
Essendo rimasto quindi per la seconda volta molto coinvolto dall’impatto con il loro live ho colto l’occasione di fare loro qualche domanda per conoscere meglio una delle realtà più fresche e stimolanti della scena reggae del vecchio continente.
A rispondere è Francesco el Tano voce e chitarra del gruppo.
1 Come è nata questa creatura nomade e meticcia chiamata Microguagua?
Microguagua nasce a fine 2006 inizio 2007, quando avevo composto delle canzoni per conto mio, e stavo cercando musicisti per poterle arrangiare e suonare poi dal vivo.. Praticamente é stato un incontrarsi nel barrio vecchio di barcelona, pieno di artisti e musicisti. Tutti venivamo da esperienze musicali e culturali diverse, siamo infatti di molti paesi diversi. Italia, Argentina, Chile, Paraguay e ora anche Spagna.
2 Agli inizi avete suonato principalmente per strada, e ancora oggi ascoltandovi e vedendo i vostri spettacoli si percepisce che avete mantenuto un orgoglioso legame con essa, cosa rappresenta per voi la strada?
La strada é tutt’ora il posto dove suoniamo di piú e che ci permette vivere della nostra musica senza dover fare altri lavori. Oltre a questo la strada é la cosa che ha marcato maggiormente il carattere de microguagua. La strada é una scuola, e ti insegna soprattutto a avere un rapporto speciale con il pubblico, senza il “filtro” del palco o del biglietto di ingresso.
3 Vi sono dei valori particolari che tenete a trasmettere con le vostre note, le vostre vibrazioni?
I testi vanno dai problemi sociali attuali fino elle cose che ci circondano nella vita di ogni giorno. Sicuramente un aspetto che teniamo in considerazione é l’immigrazione, data la nostra condizione di immigrati appunto.
4 Per chi non vi conoscesse all’attivo avete una prima demo del 2006, Barrio Santo Part One a cui sono seguite partecipazioni a diverse compilation tra cui sempre lo stesso anno alla Mariatchi Boogie insieme ad altri nomi del panorama spagnolo tra cui Manu Chao per arrivare infine ai due Lp ufficiali, Rootside del 2008 e Barrio Santo del 2010 che vede la collaborazione con Cico de Congo degli Aretuska. Qual’è il vostro rapporto con la scena italiana?
Si, 2 dischi e il terzo in arrivo. Attualmente il rapporto con l’italia è solamente a livello di tour. Ogni anno passiamo per qualche concerto, e si, sembra che sia destinato a incrementarsi. La partecipazione al Rototom Sunsplash é anche un’altra opportunitá che abbiamo avuto, e che si sta ripetendo ogni anno da quando il festival è stato trasferito in spagna, di entrare in contatto con gruppi italiani, come per esempio Mellow Mood, Train to Roots, Africa Unite.
5 Come è andato l’ “Al Borde De La Ruta European Tour” da poco concluso e che vi ha visti girare un po’ tutta l’Europa in due mesi molto intensi, vi siete divertiti?
Il tour é stato bellissimo, tanto che appena tornati ci siamo messi a organizzare il tour invernale, che probabilmente verrà fatto in novembre. Questo tour primaverile, autogestito, ci ha visti impegnati in 12 date in Germania, Svizzera, Italia e Francia. Molti kilometri, ma anche molte soddisfazioni.. molta gente conosce il gruppo, e abbiamo pure dei fans che sanno le canzoni e le cantano durante il concerto.. e quando questo ti succede per esempio in germania a 1500 km di distanza da casa nostra.. beh.. fa molto piacere!!
6 Prima di salutarvi, con la speranza di potervi incontrare ancora lungo la strada, due parole sul vostro ultimo disco “Al borde de la ruta”. In cosa si distingue dai precedenti e quando è prevista la sua uscita?
Sulla data di uscita non ci sbilanciamo.. abbiamo avuto diversi problemi nella fase di mixaggio, quindi non sappiamo bene ancora quando uscirá.. pero sicuramente dopo l’estate.
In questo disco siamo riusciti a mischiare ancora di piú la cultura reggae con l’esperienza giornaliera della strada, tanto che definiamo la nostra musica come Street power Reggae. Penso si possa dire che questo é il primo disco di microguagua come gruppo.. Mi spiego.. mentre prima le canzoni erano una creazione mia, nel senso di testo e musica, ora il processo di creazione é stato modificato. Ho portate le canzoni in studio con la sola voce e chitarra ritmica, poi tutti insieme abbiamo creato i vari arrangiamenti.
Sperando come sempre di essere riuscito ad incuriosire tutti gli amici che hanno letto queste righe, consiglio caldamente di tenere d’occhio questi ragazzi e magari, se avete in mente di organizzare una vacanza a Barcellona, molto probabilmente potreste avere la fortuna di beccarli in giro, non fatevi scappare l’occasione!!!
Peace dudes!
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Estamos por todos lados, los argentinos!!!!