INTERSTELLARE PER UN GIORNO: “Le onde del destino” di Viola De Sando
L’amore è un dono di Dio concesso solo a chi è buono e si comporta bene. E Jan (Stellan Skarsgård) è il dono che Dio ha fatto a Bess (Emily Watson), una ragazza dai capelli lunghi e gli occhi luminosi, pieni di vita e puri come quelli di un neonato. Molti nella piccola comunità scozzese in cui Bess vive la considerano una stupida, una ritardata che vive in balia dei suoi pensieri, in un mondo altro alimentato dai “dialoghi” con Dio. Bess parla con Dio, padre buono e severo a cui lei stessa dà voce, inginocchiandosi nella chiesa spoglia e senza campane dove la comunità si riunisce più per giudicare i fedeli che per pregare.
Bess invece prega, tanto e con foga, per avere il suo Jan vicino, un omone biondo spesso lontano da casa per lavoro (Jan lavora sulle piattaforme petrolifere). Ma un brutto incidente rischia di privare Bess per sempre del suo amore, unico, sincero e totalizzante. Sensi di colpa, sacrificio e dolore trascinano Bess nella marea della sua mente, dove i sentimenti hanno la meglio sull’auto-preservazione, sulla sua sopravvivenza, sulla sua dignità di essere umano.
“Pensa a te stessa” le ripetono gli amici più cari, ma Bess non sa cosa significa, non le interessa, non ascolta queste parole, perché delle parole non ci si può innamorare, di una persona invece sì. E quella persona per Bess diventa quasi un altro “dio”, cui credere e per cui sacrificarsi. Le parole di Jan divengono per Bess un nuovo verbo in cui aver fede, da rispettare con cura per il bene dell’altro.
L’altro amato in cui perdersi lasciandosi alle spalle la propria terra, che appare sempre troppo arida e vuota senza l’energia destabilizzante dell’amore. Un amore che ci strappa lontano da noi stessi, fuori, al di là di quel buio che non vogliamo esplorare e che non possiamo esplorare da soli. La luce di Bess è Jan, c’è solo lui, che deve sopravvivere a tutti i costi, perché Bess si sacrificherà fino all’ultimo e Dio in cambio manterrà Jan in vita.