Intervista ai Wolfgang Shock
S’intitola Viola il disco d’esordio dei Wolfgang Shock, band abruzzese dallo stile che, nonostante si tratti solo del primo lavoro, appare già ben formato (ma non per questo scontato), anzi.
Attitudine rock ma dinamica quanto basta per esplorarne le sue molteplici forme e sonorità, spaziando da quelle più melodiche a quelle più grezze e dalle atmosfere decisamente più oscure.
Grande è l’attenzione dedicata alle liriche, che affrontano la realtà quotidiana e le sue tematiche, dai drammi personali di Loop Day al “malessere urbano” di Viola, passando per la sognante Il Suonatore di Ghironda.
Tra serietà ed ironia 11 tracce che fanno ben sperare per il futuro di questi ragazzi, che hanno gentilmente accettato di rispondere ad alcune nostre domande.
Classica prima domanda, com’è nato e cosa significa il vostro nome?
Il nome Wolfgang Shock è un’allusione a Wolfgang Amadeus Mozart, la parola Shock non ha bisogno di spiegazioni, anche se Mozart è completamente distante dalla musica che suoniamo abbiamo scelto di fargli un omaggio e poi pensiamo che il nome Wolfgang Shock suoni abbastanza bene.
Cosa rappresenta per voi Viola e cosa volete comunicare all’ascoltatore?
Viola è stato il risultato di un periodo in cui ci siamo molto impegnati nel far confluire le nostre diverse attitudini musicali in un unico lavoro.
L’obiettivo era principalmente quello di suonare e divertirsi in sala prove e nei concerti, i pezzi del disco sono nati in modo spontaneo anche se abbiamo messo molta attenzione a curare i vari arrangiamenti tornando sui pezzi diverse volte prima di andare in studio a registrare.
I messaggi che lanciamo sono diversi, abbiamo scelto di cantare in italiano proprio per rendere più accessibili e diretti i contenuti dei testi.
Ogni pezzo nasce in modo diverso, ci sono testi più descrittivi, altri ricercano la poesia, altri sono denunce spietate.All’ascoltatore cerchiamo di comunicare il nostro vissuto in diversi modi con varie sfumature.
Quanto ha influito su di voi e sui vostri lavori il fatto di provenire da una realtà dove ci si scontra giornalmente con quell’ “altezzoso branco di gente pettegola e villana”?
La realtà provinciale spesso non ha molte cose da offrire, ha influito positivamente nel senso che quella monotonia e staticità si è trasformata in creatività e ci ha fatto scrivere della musica con impegno e anche isolamento in un certo senso.
Quasi tutte le musiche sono nate nella nostra sala prove in campagna..anche se c’è da dire che nel disco emerge anche una dimensione urbana, alcune canzoni come Viola sono nate in parte a Roma ed evocano una realtà diversa.
Cosa ne pensate della realtà musicale abruzzese (intesa anche come possibilità che una band emergente come la vostra di suonare e farsi conoscere)?
La realtà musicale abruzzese c’è ed è presente, ci sono molti gruppi che portano avanti i loro progetti, purtroppo però spesso questa realtà è svantaggiata dalle scarse possibilità di suonare in giro e soprattutto di uscire fuori dall’Abruzzo.
Noi spesso troviamo difficoltà a trovare date e locali in Abruzzo e nelle altre regioni.
Sempre in merito alla scena underground abruzzese, c’è qualche band che vi ha colpito particolarmente?
Fiftyniners e Jester at work, The Rampage sono alcune delle tante e buone band in circolazione.
A livello musicale da quali artisti siete ispirati?
Abbiamo gusti musicali molto diversi e siamo piuttosto eclettici nel apprezzare vari generi.
Ci piace anche la musica classica, il jazz, anche se l’impronta principale è rock-pop. Ascoltiamo gruppi come Velvet Underground, Pixies, Afterhours, Marlene Kuntz, Beatles, Alice in Chains,Cake, senza dimenticare i grandi cantautori Tenco, De Andrè e molti altri.
State lavorando a qualche nuovo progetto?
Continuamo sempre a fare quello che abbiamo iniziato per conoscerci meglio e farci conoscere in giro, abbiamo nel cassetto nuovi pezzi, stiamo cercando la strada percorribile per esprimerci al meglio, speriamo che presto sarà possibile registrare un nuovo disco diverso dal precedente, soprattutto speriamo di trovare buone occasioni e visibilità per le performance live che sono comunque fondamentali per i Wolfgang Shock.
Infine, uno spazio vuoto da riempire a vostro piacimento con un saluto, un augurio o un pensiero, qualsiasi cosa che vi passi per la testa (anche un semplice vaffa va bene, non ci offendiamo)
Inanzitutto vogliamo ringraziarvi per il vostro interessamento, ringraziamo tutte le persone che fanno il vostro mestiere e che diffondono realtà artistiche diverse e minori.
Poi volevamo salutare i nostri amici e le persone che ci sono vicine e ci seguono nei concerti, la Twelve Records che ci ha aiutato a registrare il disco e a distribuirlo, Givemeawork che ha curato le grafiche del disco e tutti quelli che ci incoraggiano in questa esperienza.