INTERSTELLARE PER UN GIORNO: “Velvet Goldmine” di Viola De Sando
Questa volta non è Ziggy Stardust ad illuminarci dall’alto del palco ma Brian Slade, giovane cantante camaleontico protagonista del film “Velvet Goldmine” (1998), di Todd Haynes. Zeppe vertiginose, make up eccessivi, parrucche, lustrini e piume sono gli ingredienti fondamentali del British glam rock riportato sullo schermo da Haynes assieme a tre giovani attori (Jonathan Rhys Meyers, Ewan McGregor, Christian Bale). Attraverso le ricerche di un giornalista (Christian Bale) su Brian Slade (Jonathan Rhys Meyers), icona glam rock di cui si sono perse le tracce, ripercorriamo le vite di tre ragazzi vissuti nella Londra degli anni Settanta, tra esplorazioni musicali e sessuali.
E’ un film che non può essere visto solamente! Va anche ballato e cantato sulle note dei T-Rex, di Lou Reed ma anche dei più recenti Grant Lee Buffalo e Placebo. Purtroppo mancano le musiche di David Bowie, cui si ispira il personaggio di Brian Slade. Forse i riferimenti all’omosessualità del protagonista non sono stati graditi?
Chissà…Comunque per tutti gli amanti del dandismo il film si apre con un Oscar Wilde ancora in fasce, il cui sogno nel cassetto è diventare: un cantante pop!
Ma la vita delle star ad un certo punto tramonta, come scoprirà il giornalista lungo la pellicola, intervistando un vecchio amico ed amante di Brian Slade, Curt Wild (Ewan McGregor). Rincontrasi nel presente può scatenare ricordi d’amore, per un attimo, intenso ed emozionante, dopo il quale la realtà fa fatica a riaffiorare. Quel che resta, assieme ai fantasmi di quelle sensazioni, è una spilla con una grande pietra verde, cimelio di coloro che fanno dell’immagine la propria vita.
Ci troviamo di fronte ad un gioco di specchi in cui ognuno di noi rischia di perdere la propria identità? E se invece fosse una forma di libertà? A voi la parola!