“Tao of the Dead” e la riscoperta di una gran band
Ricordo di aver visto questo cd su Newalbumreleases circa un’anno fa e di averlo ascoltato si e no una sola volta. Sinceramente, non l’ho mai preso molto in considerazione… Forse perché allora non ero pronto per quel suo sound, forse perché non sempre il primo ascolto riesce a convincerci o “possederci” o semplicemente perché mentre era in riproduzione, dormivo. Fatto sta che “Tao of the Dead” rimase da me ignorato e pieno di polvere digitale per mesi e mesi; fino ad un paio di giorni fa.
Mi trovavo sull’autobus di ritorno a casa, con il lettore rigorosamente in modalità casuale, quando capitai per caso sulla prima traccia di questo cd. Questa volta però ero sveglio e notai subito il sound particolare di “Introduction: Let’s Experiment“.
Tao of the Death è il settimo album studio dei …And You Will Know Us by the Trail of Death (spesso abbreviato, saggiamente, Trail of Death). Cercando su Google non mi aspettavo neanche di trovare una loro voce su Wikipedia, pensando questa fosse una nuovissima band. Invece la voce su Wikipedia c’è e contiene un po’ di informazione sulla band, come l’essere nata nel lontano 1994, di essere attualmente composta da 4 musicisti (mentre nei lavori precedenti erano in 6), di tenere intensissime performance live e di finire ogni concerto con la totale distruzione della strumentazione.
Il cd è composto da 12 tracce che possono essere ascoltate in 2 modi diversi: il primo, in 16 diversi “movimenti musicali” (l’ultima traccia dell’album, della durata di circa 16 minuti, va interpretata come composizione di 5 tracce diverse); il secondo, in due parti, cioè Part I: Tao of the Death e Part II: Strange News From Another Planet. Ascoltando l’album vi renderete da subito conto che questi due diversi metodi di ascolto hanno un senso compiuto; infatti questo sembra la riproduzione di un unico pezzo lungo 52 minuti oppure, come ci consigliano loro, 2 sole parti. E’ lo stesso Conrad Keely a dichiarare in un intervista “I always liked listening to records that were just a continuous piece, like an orchestra or a symphony.” motivando così la loro scelta.
Il contenuto lirico dell’album prende spunto dal Tao cinese, cioè una specie di forza che scorre su tutta la materia esistente creando un equilibrio vitale. Anche se nessuno dei componenti segue la filosofia religiosa taoista, i 4 si ritengono felici e soddisfatti nell’usare testi taoisti come guida e ispirazione per seguire una vita sana e tranquilla.
Ad accompagnare e guidare questi testi dal contenuto profondo e filosofico troviamo un miscuglio di sound, quali indie (oserei dire a tratti molto commerciale), progressive/rock alternativo, noise/experimental e post-rock. Ed è proprio questo miscuglio di generi (i quali sembrano molto distanti l’uno dall’altro) che crea quell’atmosfera particolare -rilassante ma anche eccitante- che ci trascina in un viaggio attraverso l’universo e la natura, attraverso un cerchio che collega musica, testo e mente.
Un album un po’ progressive, un po’ sperimentale, un po’ di tutto. Buon ascolto!
Trail of Death – Tao of the Dead (tracklist)
- “Introduction: Let’s Experiment” – 2:23
- “Pure Radio Cosplay” – 5:26
- “Summer of All Dead Souls” – 4:17
- “Cover the Days Like a Tidal Wave” – 2:51
- “Fall of the Empire” – 2:27
- “The Wasteland” – 2:33
- “The Spiral Jetty” – 1:48
- “Weight of the Sun (or the Post-Modern Prometheus)” – 2:19
- “Pure Radio Cosplay (Reprise)” – 3:18
- “Ebb Away” – 2:41
- “The Fairlight Pendant” – 5:43
- Strange News From Another Planet – 16:32
- “Know Your Honor”
- “Rule by Being Just”
- “The Ship Impossible”
- “Strange Epiphany”
- “Racing and Hunting”