Dillon live @ Locomotiv – Bologna
Venerdì 13 Aprile.
Con la pioggia di quella sera , la scoperta di questa minuta ragazza è stata ancor più “intima”.
Da solo (come sempre), in questo piccolo ma importantissimo locale, ho potuto apprezzare, anche se dopo un po’ di giorni di metabolismo musicale da “nuova scoperta”, questa ragazza tedesca dalle strane doti vocali: una voce chiara ma allo stesso profonda usata in maniera inappropriata direbbero maestri di canto. E invece , applicandola ad un tessuto musicale che è prettamente Folk ma sfocia in una elettronica nera, cupa, straziante reca stupore a chi la ascolta (c*** ma con una voce del genere fai ste cose?! potrebbe essere l’interrogativo da porsi.. e qualcuno se l’è posto lì al Locomotiv).
Forse dire “elettronica” è anche riduttivo, per una come lei. Il suo è un genere ibrido al massimo: canzoni che rimandano a Jeff Buckley, a Billie Holiday io ci ho ritrovato una Feist rallentata e malinconica. Lei stessa, Dominique Dillon de Byington (questo il suo nome all’anagrafe), lo ha detto: “sogno di vivere una vita guidata dalle passioni”. Questo lo si sente nelle sue canzoni dense di malinconia, respiri e stati onirici ed eterei, lo si vede nei suoi video (famosi quelli da lei girati in un viaggio tumultuoso tra il Brasile e Colonia) lo si capisce quando si legge di lei, appassionata di arte e devota all’immortale Jean-Michel Basquiat (che si faceva trasportare tantissimo dalle passioni, alla fine anche troppo..) .. lo si (ri)vede dal vivo, stando sempre al buio(dico sul serio..io l’ho vista la prima volta in faccia dopo 40minuti di concerto!), appare qualche volta quando si alterna col compagno di gruppo al Synth , ai mixer, e al piano, quando si lancia in qualche brano più accelerato e celestiale.
La pioggia quella sera, era anche sul palco.