Black metal, sassofoni e progressive: Ihsahn
La Norvegia, terra di fiordi, black metal e chiese ardenti dopo anni e anni ci porta a scoprire anche artisti che dopo un “infanzia artistica” da teste calde dell’Inner Circle arrivano ad una maturità artistica capace di regalarci un giusto compromesso trà violenza ed eleganza musicale.
Stiamo parlando di Ihsahn (al secolo Vegard Sverre Tveitan) ex leader e chitarra degli Emperor, band considerata trà i capostipiti del Symphonic Black Metal insieme a Dimmu Borgir e Cradle of Filth.
Già nell’ultima parte della sua carriera negli Emperor ( scioltisi dopo il suo abbandono nel 2001 ) aveva abbandonato le tematiche sataniste, molto frquenti nelle black metal band di quei tempi, in favore di tematiche molto più introspettive e psicologiche. Il risultato arriva nel 2006 con la pubblicazione di “The Adversary”, primo lavoro da solista che dimostra un marcato cambio di direzione dal black metal degli esordi in favore di un sound si violento ma dalle atmosfere assai progressive, caratterizzato da numerosi cambi di tempo e voci che passano da toni puliti ed epici a screaming che a tratti ricordano quelli del frontman dei Mercyful Fate King Diamond, con il quale si nota anche una certa affinità nel look.
Il 2008 è l’anno di “angL” che viaggia sullo stile di “The Adversary” nel quale troviamo alcune collaborazioni tra le quali quella di Mikael Akerfeldt che presta le sue clean vocals nella traccia n°9 “Unhealer”, ma è nel 2010 che arriva la svolta con la pubblicazione di “After” dove a completare il sound compare anche il sassofono di Jørgen Munkeby (già voce e sassofono negli “Shining”) creando atmosfere che richiamano i King Crimson degli anni d’oro, unite alla durezza di un heavy metal a tratti classico come nel caso della prima traccia “The Barren Lands”.
Aspettiamo giugno per il nuovo album “Eremita” e per vedere se troveremo altre piacevoli sorprese come con i suoi predecessori!