RECENSIONE: Ministri – Fuori
Ora è veramente sotto gli occhi di tutti: i Ministri, band milanese nata nel 2003, non sono più una rivelazione, né una bella promessa, ma sono ormai una solida realtà entrata di prepotenza nel giro delle band di punta del panorama italiano.
E, come sempre succede in questi casi, questo fatto porta sempre con sé tanto clamore: apprezzamenti da parte di chi già da tempo faceva il tifo per loro o critiche da parte dei fans più fondamentalisti e maggiormente legati ai primi album e che già storcono il naso all’idea di nuovi lavori più commerciali. Ognuno con le sue ragioni e la voglia di esporle in pubblica piazza.
Per chi ancora non li conoscesse, un po’ di storia e qualche curiosità sui Ministri.
Come già detto il gruppo nasce a Milano: è un quartetto formato da Davide Autelitano (voce e basso), Federico Dragogna (chitarra e seconda voce, nonché autore della maggior parte dei testi), Michele Esposito (batterista) e F Punto (tastiera e chitarra).
Incidono il primo album nel 2007 e lo intitolano “I soldi sono finiti”, CD che porta con sé un paio di trovate parecchio originali, come quella di inserire una moneta da un euro su ogni copertina e di stampare la nota spese della produzione dell’album nel booklet dello stesso, tutte azioni volte a sensibilizzare il pubblico nei confronti della crisi discografica sempre crescente.
Un anno dopo esce “La Piazza”, un EP contenente 4 tracce e dal quale viene estratto il brano “Diritto Al Tetto”, il cui video viene trasmesso su Mtv e che comincia a far conoscere questi giovani ragazzi milanesi anche al grande pubblico.
Nel 2009 esce “Tempi Bui”, il terzo lavoro della band che si rivela un successo e porta i Ministri ad esibirsi in tutta Italia fino ad aprire il concerto dei Coldplay tenutosi a Udine nel Settembre dello stesso anno.
Il 2010 è l’anno dell’ultimo (finora) album, intitolato “Fuori”, e sul quale mi focalizzerò in questo articolo.
Non conoscevo i brani in esso contenuti fino a 3 giorni fa, quando ho avuto il piacere di vedere ed ascoltare loro, i Ministri, che si sono esibiti live davanti ad uno sparuto pubblico (davvero un peccato) nell’entroterra abruzzese (dove, ahimè, sono ancora troppo poco conosciuti), presentando quasi tutti i nuovi pezzi che, devo dire, mi hanno destato un’ottima impressione.
Il CD è composto da 12 pezzi più una ghost track. Il primo brano “Il Sole (è importante che non ci sia)” si fa notare subito per questa batteria e chitarra a dir poco minimaliste, che ci addentrano subito in un clima di lobotomizzazione, accompagnato da un basso potente e distorto. Il ritornello è molto orecchiabile, trovo molto azzeccati sia i cori che l’arpeggio di chitarra sotto al ritornello.
Nemmeno il tempo di accorgercene e siamo proiettati verso il secondo brano,“Gli Alberi” unico tra i 12 scritto da Davide Autelitano e che mi fa pensare a uno scenario apocalittico ma nel contempo molto intimo e sentito, grazie sia alla sua voce emozionante che al buon lavoro della chitarra. Le tastiere si sposano perfettamente con tutto il resto, molto bello l’innalzamento di tono che rende il finale molto emozionante, soprattutto dal vivo.
Il terzo pezzo, “Vestirsi Male”, è surreale e quasi sognante. Un pezzo (anche troppo) adolescenziale, che ricorda molto i Coldplay (soprattutto nel finale, provare per credere)
In “tutta roba nostra” troviamo una canzone non classica ma che a suo modo si integra perfettamente col resto del lavoro.
“La città senza fiumi”, con quest’organo e tutta quest’estrema orecchiabilità fa quasi tenerezza,ma in realtà nasconde molto di più dietro a tutta quella patina ninnanannosa. Stesso discorso vale per “La Petroliera”, il genere di canzoni che ascolterei per addormentarmi e poi fare dei grassi incubi.
“Due dita nel cuore”, nonostante non sia il massimo dell’originalità, è una delle canzoni che preferisco, con un ritornello che definire da classifica è riduttivo. Anche questo è un pezzo molto molto emozionante dal vivo!!
“Vorrei vederti soffrire” è abbastanza particolare: a tratti sembra spuntata fuori da qualche film di Tim Burton, per poi buttarsi alla fine non si sa bene come in un incrocio tra Daft Punk e Arancia Meccanica. Il tutto si conclude con un bel piano, che come al solito si conferma strumento che sa dare emozioni come pochi.
In definitiva, sicuramente si tratta di un CD che deve essere ascoltato più di una volta per essere assimilato appieno. Nel complesso, a me è piaciuto parecchio, nonostante debba ammettere che a volte risulti essere un po’ ripetitivo. Ma on stage ci pensa il carisma del cantante (una vera bestia da palco, che trascina come sanno fare veramente in pochi) ed il chitarrista (non sta fermo un attimo) a far dimenticare qualsiasi ripetitività.
Inoltre, a loro favore va anche il fatto che mi sono sembrati dei ragazzi veramente a posto, gente che ci tiene davvero al contatto col pubblico. Speriamo non si montino troppo la testa in futuro.
Il consiglio che vi do, come al solito, è di ascoltare il CD, ma soprattutto di andarli a vedere Live, perché meritano!!!!
Voto: (7 / 10)
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Tracklist:
1.Il Sole (è importante che non ci sia)
2.Gli Alberi
3.Vestirsi Male
4.Noi Fuori
5.Tutta Roba Nostra
6.Le Città Senza Fiumi
7.Una Questione Politica
8.Due Dita Nel Cuore
9.La Petroliera
10.Mangio La Terra
11.Che Cosa Ti Manca
12.Vorrei Vederti Soffrire
Formazione:
- Davide Autelitano (Divi): voce e basso
- Federico Dragogna: chitarra, seconda voce
- Michele Esposito: batteria