[INTERVISTA] Raw Power live @ A Sangue Freddo Fest
Nell’estiva cornice del Tiki Taka Village di Francavilla Al Mare si è tenuto un evento più unico che raro: A Sangue Freddo Fest. Sette gruppi provenienti da diverse Nazioni. Sette proposte che variavano dal Garage al Metalcore. Uno dei nomi di spicco erano senz’altro le leggende dell’Hardcore, i Raw Power. Proprio con il loro cantante Mauro Codeluppi abbiamo avuto modo di parlare, scoprendo un interlocutore schietto e disponibile.
Trent’anni di carriera. Qual è il vostro segreto?
Essere dei rimbambiti. Il segreto principale è quello. Ci piace fare ciò che facciamo, cioè suonare. Finché la gente ci chiama continueremo a farlo. Tanti altri gruppi che iniziarono con noi a diffondere questa corrente hanno smesso. Noi, bene o male, nonostante ce ne siano capitate di tutti i colori, anche cambiando la line up, siamo sempre riusciti a tenere assieme il progetto. Nonostante tutto la band doveva andare avanti. Chi c’è o non c’è poco importa. E’ fondamentale che qualcuno ci sia a portarla avanti. Adesso è toccato a me.
Come è avvenuto il vostro ingresso nel roster Indiebox?
Personalmente conoscevo da tempo Maurizio (Vinci, batterista de L’Invasione Degli Omini Verdi e proprietario della Indiebox, ndr) perché tra fanfaroni ci si conosce sempre. In più loro sono di Brescia, vicino a noi e capitava che si faceva qualche concerto in cui c’erano gruppi della loro etichetta. E’ successo poi che quando abbiamo deciso di fare un nuovo disco mi sono detto di sentire che ne pensava Maurizio. E lui mi ha risposto: <<Ok. Facciamolo!>>
Mi fai un bilancio della scena Hardcore attuale in Italia e nel Mondo?
Per quello che ci riguarda e da quel che vedo secondo me non è male. Certo, dipende sempre da posto a posto. A volte ti fai quattro o cinque concerti simili a un funerale o in un’altra zona dove invece si fa un casino colossale. Purtroppo non si può fare di tutta l’erba un fascio.
La differenza tra passato e presente?
Quando abbiamo iniziato noi era una pacchia, ma perché era un genere nuovo. Non perché la gente era più furba o i gruppi erano più bravi. Era essere la novità che faceva la differenza. Essere una cosa fresca. Chiaro che era diverso. Dopo ci sono stati periodi, tipo gli anni ’90, che era una vera moria . Ora noi stiamo bene. Ci va di culo che ci chiamano ancora. Vuoi per la solita menata di essere delle leggende, del tipo “ti chiamo prima che vai in pensione”. La vecchia leggenda (risate, ndr). Ci fanno suonare anche per la roba nuova: se vi è piaciuto ciò che abbiamo fatto anni fa, anche i nostri ultimi lavori, che sono in linea con quello che abbiamo fatto in passato, vengono apprezzati.
Come definireste Inferno rispetto ai vostri precedenti album?
Inferno sicuramente a livello della qualità della registrazione rappresenta un grosso passo avanti. Come pezzi non è per niente male. Non hanno quella cosa che ormai non riprendi più che avevano brani del nostro repertorio storico. I nostri LP non li sento mai, non li voglio vedere nemmeno in cartolina. Però da quello che ho ascoltato mentre lo registravamo in studio secondo me ha dei bei pezzi e acusticamente piscia su tutti gli altri.
Un saluto ai nostri lettori.
È grazie a persone come voi che continuiamo a suonare. Se nessuno ci cagasse avremmo lasciato già da un po’. Tante volte è la gente che ci vuole bene. Lo vedi quando ti chiamano in un posto sperduto dove un tizio per farci suonare ci ha rimesso anche le mutande. Sia per un concertino piccolino oppure per una grossa manifestazione noti sempre la passione per i Raw Power. Magari la colpa è da attribuire a una botta in testa che avranno preso da bambini. Questo non lo so. Finché dura noi continueremo. Quando non dura più andremo a pescare o a giocare a carte
Giovanni Panebianco
Link utili: Raw Power