[INTERVISTA] Santino Cardamone: il nuovo disco sa di terra, di acqua e sapone
Si intitola “Mondocervello” il nuovissimo disco di Santino Cardamone.
Dai talent e dalla televisione, alla locanda di paese – come per dire. Insomma dal grande sistema di comunicazione fino alla riconquistata voglia di stare tra la gente e con la gente.
La canzone di Cardamone in questo nuovo disco è, come dice la voce di più parti della critica, un inno alla semplicità.
Questa voce un poco difficile da digerire ma sicuramente caratterizzante, di una forza estrema, dipinge liriche dal grande peso melodico tipico del bel canto italiano dei tempi di oggi e lo fa con un piglio poetico che non cerca la saccenza ma piuttosto il valore del popolo, appunto, quello che nascosto come un prezioso in ogni sfumatura quotidiana di ognuno di noi.
Solo dal singolo “Irene” ci si potrebbe aspettare una facciata più radiofonica nel senso critico del termine.
Per il resto, ho forte l’impressione di un bel disco “antico” nei gusti e prezioso nell’umanità.
Mi incuriosisce davvero ciò che riguarda il legno. Dunque: come il legno entra nella tua musica e nella tua vita?
Dal punto di vista professionale, mi lega il fatto che insegno tecnologia del legno nelle costruzioni al Pacinotti di Bologna.
Musicalmente il legno per me rappresenta la semplicità, ma anche il legno della chitarra e del suono degli strumenti acustici.
Anche gli arrangiamenti del nuovo disco sono registrati quasi interamente in acustico, tanto da chiamare inizialmente il mio disco non “Mondocervello” ma bensi’: “Canzoni di legno”.
Che analogia potresti farmi se te ne chiedessi una tra una scultura di legno e una canzone?
Diciamo che il rapporto sta nella comunicazione, entrambe hanno un qualcosa da raccontare.
Parlando di “Mondocervello”: se non si passa dai Talent un disco come questo che vita deve aspettarsi di avere?
Questo non lo so nemmeno io, ti confermo, come ho detto più volte anche in altre interviste, che il talent è stato un ottimo trampolino di lancio, ma oggi grazie a internet e soprattutto ai social media, ci sono altri canali altrettanto forti per emergere.
Che poi tu hai di molto abbandonato il “pop” commerciale e ti sei trasferito nei rioni popolare (in una qualche misura). Come mai questa transumanza?
Ti dirò invece, in “Mondocervello” il pop è abbastanza evidente rispetto al disco precedente che era abbastanza folk.
In canzoni come: “Irene”, “Jambo”, “Canzone per Samuele”, hanno un sapore abbastanza commerciale, insomma pop e folk formano Santino Cardamone.
Niente coppola: da più parti, da come si legge in giro, questo sembra essere un simbolo estetico che definisci un qualcosa della tua musica. Mi sbaglio?
La coppola ne è diventata un simbolo solo perché il giorno della mia performance a X Factor indossavo questo simpatico berretto bianco che ancora oggi porto volentieri.
Parliamoci chiaro se la coppola non fosse stata a X Factor non avrebbe avuto nessuna importanza, eh!!!
Il potere della televisione.
Chiudiamo con l’estetica di questo suono. Un disco acqua e sapone. Ma soprattutto la voce: come mai l’hai voluta lasciare così scarna, a tratti assai “fragile”? Sensazioni mie personali… spero di non sbagliare troppo…
Qui ti rispondo come nella prima domanda, il disco è stato fortemente voluto cosi semplice, acqua e sapone…
Anche grazie all’utilizzo di strumenti acustici come: chitarra, contrabbasso violini ecc. Per quanto riguarda la mia voce mi hai fatto un gran complimento, fragile, scarna e aggiungo anche a tratti anche con qualche frammento di stonatura, tre elementi che esprimono l’ANIMA DI UN CANTAUTORE.
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