“Hobo”, l’album d’esordio del musicista autodidatta napoletano GIOVANNI CINQUE
È un disco che nasce dall’amore che viene dall’insieme; è il frutto della condivisione, dell’impegno profuso da parte di amici-lavoratori che hanno mostrato a Giovanni una strada che porta a “Hobo”; è soprattutto un luogo sicuro dove poter custodire tutto questo. E ciò, è ben rappresentato dal sign posto in copertina, che ha il significato di safe camp.
“Hobo”, sign: diamo qualche spiegazione. Hobo è una cultura sviluppatasi nel Nord America nel tardo ‘800. Non una cultura di vagabondi come in molti pensano, ma una cultura di lavoratori nomadi, persone che hanno fatto del viaggio la propria vita e della condivisione e l’aiuto per i propri simili il fulcro di un’esistenza talvolta considerata ai limiti della civiltà. Vagare alla ricerca di un lavoro e lasciare ogni luogo con chiare indicazioni utili agli hobo che sarebbero succeduti mediante l’uso dei signs, segnali a indicare la presenza di persone disposte ad aiutare i viandanti, la possibilità di un pasto caldo o anche di situazioni di pericolo. Questi, i motivi dietro la scelta del nome hobo.
Classe 1983, Giovanni Cinque nasce a Vico Equense (NA). Si avvicina giovanissimo allo studio della chitarra classica, studio che abbandonerà prestissimo per altre passioni, prima su tutte il teatro. Mollerà anche quello perché con o senza studio la musica ritorna sempre. Inizia un percorso lungo tante esperienze che lo porterà alla pubblicazione nel 2013 dell’EP autoprodotto “La linea bianca” con l’allora band Mersenne. Nello stesso anno partecipa con la band ad Area Sanremo per le selezioni di Sanremo Giovani non riuscendo tuttavia a classificarsi tra i primi due. Dopo l’esperienza Mersenne, si rimette a lavoro fino alla preparazione del primo disco da solista registrato a chilometro zero presso il Monopattino Recording Studio di Peppe de Angelis a Sorrento (Napoli).
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