RECENSIONE: Giulio Righele – Canzoni Vol.1 / Ancora in città
Un’autoproduzione vera e propria quella di Giulio Righele, poliedrico musicista che si cimenta in quasi ogni aspetto del suo album d’esordio. Come si leggerà dalle note di fondo, Righele si occupa delle composizioni, testi, arrangiamenti, voci, chitarre, batteria, percussioni e tastiere, tentando così di esprimersi a tutto tondo attraverso la sua vena creativa.
L’album si divide in due metà quasi simmetriche: una propositiva ed una ripetitiva. Le canzoni denotano una certa onestà comunicativa che si materializza in una maniera di esprimersi naturale ed intima sia nei testi che nelle linee vocali. I primi quattro episodi rappresentano la parte più interessante della proposta, dove si concentrano le migliori idee del cantautore veneto. “Un’ingiuria”, “Errata corrige”, “Rimini” e “Qui” mostrano una indole costruita sulla forte presenza delle chitarre percussive in tapping o finger picking e centralizzata sui testi e sulle melodie che fluttuano tra il pop e la canzone cantautorale. “Un’ingiuria” si ispira al pop/rock classico italiano ricordando vagamente una cadenza vicina a quella di Ligabue. “Errata Corrige” si fa notare per le dolci stratificazioni iniziali della chitarra e per l’interessante sezione ritmica del ritornello che sembra destabilizzare il tempo del brano. “Rimini” resta più o meno sullo stesso livello grazie ai piccoli ma buoni spunti nei testi e nelle linee di basso. Anche “Qui” inizia bene, finisce tuttavia per perdersi lentamente; ed è proprio “qui” che inizia la parabola discendente dell’album.
I brani si fanno ripetitivi e cantilenanti, forse anche per colpa di una durata eccessiva (“Qui” – 6 minuti e 47 secondi) che non trova giustificazione nella mole di idee espresse. Per dirla in breve, i rimanenti tre pezzi sono decisamente “di troppo”. Essendo una prima produzione, completamente autogena, si comprende la spinta famelica di rendere edite tutte le proprie fatiche; si corre però il rischio, in cui appunto incappa Righele, di fare “troppo”. Sarebbe stato meglio concentrarsi, limare, riarrangiare, rivedere e perfezionare i primi quattro brani invece di spalmare le proprie forze su sette episodi che finiscono per essere spesso incompleti. Come detto in precedenza, di spunti interessanti ce ne sarebbero, ma nel complesso non riescono a concretizzarsi al meglio poiché non circondati da una condizione d’esistenza uniformante che possa dar loro forza. Di base ci sono dei buoni arrangiamenti per quel che concerne tutta la sezione ritmica, tuttavia spesso il comparto chitarristico finisce per perdersi in un marasma di idee. Proprio gli arrangiamenti di questa sezione, a volte, si interrompono bruscamente lasciando vuote porzioni importanti delle canzoni, come del resto i testi che spesso risultano ridondanti.
Da stimare l’impegno di questo ragazzo e la sua spinta propositiva, la voglia di fare e di affermarsi, ma probabilmente avrebbe dovuto lavorare più assiduamente e porre una maggiore attenzione nelle varie fasi creative, a partire dalla revisione compositiva. Ci auguriamo meno fretta e più incisività per il futuro. C’è sicuramente un disperato bisogno di una vera e propria produzione artistica, al fine di variare e colorare una proposta ancora monocromatica.
Remo Cruz
Link utili: Bandcamp / Official Facebook Page
Voto: (5 / 10)
Tracklist:
- Un’ingiuria
- Errata Corrige
- Rimini
- Qui
- La casa
- Ancora in città
- Freddo non è
https://www.youtube.com/watch?v=YRVO3zefhGU
Formazione:
Giulio Righele: composizioni; testi; arrangiamenti; voce; chitarre; batteria e percussioni; Fender Rhodes; armonica.
Davide Gonsalves: bassi elettrici; arrangiamenti.
Marco Buzzaccaro: Hammond su “Un’ingiuria”.