RECENSIONE: Sakee Sed – Hardcore da Saloon
Se si dovesse sintetizzare in poche parole una cena a casa Sakee Sed si potrebbe dire che le portate sarebbero stravaganti e variegate: antipasto all’italiana, primo piatto alla Doors, bistecca cotta ai Verdena, contorno blues e dessert ricoperto da tanta, tanta psichedelia spray. Il duo bergamasco riesce a sintetizzare attraverso synth ed abili artifici le più varie musicalità e “modula” la realtà circostante in un mondo distopico e confuso. Nonostante tutto, questa visione delle cose, per quanto strana e pazzesca possa sembrare, non è troppo lontana dalla realtà.
Dopo l’ascolto di “Hardcore da Saloon” si resta particolarmente soddisfatti di come le tastiere abbiano un ruolo interamente di spicco, rarità peraltro anacronistica. Marco e Gianluca sono uno di fronte all’altro, come nel video di Panama; si scambiano musica, si propongono al pubblico e sembrano veri animali da palcoscenico. Non c’è bisogno di chitarre distorte per trasformare dei brani in “siluri” potenti poiché la sezione ritmica è una vera e propria “schiacciasassi” e le battute sincopate dei synth bastano a far capire come si svilupperà l’album sin da “Peyote al sole”. D’altro canto la voce e le sue melodie in alcuni punti ricordano quelle di Alberto Ferrari, anche per la scelta del missaggio di rendere il cantato leggermente distorto e secondario nella miscelazione globale dei livelli; i testi risultano di difficile comprensione, dal significato enigmatico, lasciandoci alla libera associazione e, dunque, interpretazione.
“Hardcore da Saloon“ è da considerarsi album molto valido; le commistioni offrono mille spunti che scansano la banalità e portano l’ascoltatore in un’ardua ricerca nei meandri della psichedelia, obbligato a lasciarsi trascinare dal flusso creativo senza opporre resistenza verso nuove ed originali soluzioni. Tra i brani più significativi citiamo Pejote al Sole, La Fuga di Barnaba, Panama, Quella dei Merli – che riprende l’eco lontano di una sonata classica per piano (per la sua semplicità ma incantevole grazia ricorda Satie) e viene attualizzata in maniera magistrale- e Primula.
I Sakee Sed non vogliono assolutamente rimanere statici, ancorati e protetti da una fredda banalità; al contrario bramano l’infinto, l’irrazionale, senza temere di viaggiare liberi nella loro fantasia e musica più recondita, come se si auto-scoprissero canzone dopo canzone.
Remo Cruz
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Voto: (7 / 10)
Tracklist:
1. Hcds
2. Pejote Al Sole
3. La Fuga Di Barnaba
4. Fuoco Alle Fiamme
5. Beck And Musical
6. Panama
7. Siluro
8. Quella Dei Merli
9. Pollo E Mandorle
10. Markala
11. Hangover In Bristol
12. Primula
13. Hard Tornado