RECENSIONE: Lukasz Mrozinski – Mad Pride
Analizzare sotto un punto di vista strettamente critico un’esperienza del tutto personale è compito assai complesso. Per certi versi sembra di ritrovarsi a frugare nel diario segreto di un perfetto sconosciuto, cercando di comprendere in termini oggettivi quanto quelle esperienze, quelle paure e quelle sensazioni possano essere valide artisticamente. Ognuno di noi considera cruciali i propri momenti formativi che, per ovvie ragioni, possono essere compresi da terzi soltanto in minima parte. “Mad Pride“, primo full da solista per il musicista/scrittore italo – polacco Lukasz Mrozinski, trova la sua genesi nell’esperienza devastante di un ricovero psichiatrico. L’incontro con il “Torino Mad Pride“, movimento che coinvolge utenti ed ex utenti psichiatrici, ne catalizzerà poi lo sviluppo.
La prima considerazione, peraltro abbastanza ovvia, si focalizza sulla rarità e sulla peculiarità dell’evento responsabile della genesi dell’intero disco. Trattasi infatti di esperienze assolutamente non comuni alla maggior parte degli ascoltatori, aspetto che in un certo senso complica quel processo che dovrebbe portare alla creazione di un collegamento diretto fra autore e fruitore. Esistono tuttavia opere rock e cantautorali interamente basate su esperienze assolutamente uniche che riescono ad universalizzare i propri messaggi, permettendo la genesi di una forte empatia. La prima cosa che manca a “Mad Pride” è proprio questa. Sembra un disco scritto esclusivamente per chi è perfettamente informato sui fatti. Un’opera di spessore che però non cerca di raccontare qualcosa; al contrario assomiglia ad una sorta di memorandum esteso per l’autore e poche persone fidate. L’ascoltatore finisce quindi per sentirsi escluso da questa “cerchia ristretta“, aspetto che snellisce la voglia di comprendere un disco che, paradossalmente, avrebbe bisogno di estrema attenzione e lucidità.
In “Mad Pride” tutto è esasperatamente autoreferenziale. Con queste premesse probabilmente sarebbe stata più adatta un’altra forma espressiva: un libro ad esempio, oppure una serie di racconti. Fare musica in questo modo è estremamente complesso e spesso la proposta che ne scaturisce finisce per essere inefficace. Sotto il punto di vista armonico il disco trova le sue radici in autori come Scott Walker, o addirittura i lontanissimi (per genere si intende) Sunn O))). Sperimentazione a 360 gradi ed un uso smodato di “found sounds“. Il tutto però appare imbrigliato all’interno di una “logica del disordine” che non ha senso di sussistere per definizione. Non si può categorizzare la follia e distribuirla all’interno di 12 tracce. Mi vengono in mente gli applausi perfettamente cadenzati e campionati all’inizio di traccia 8, “Esordio“, oppure la perfetta consequenzialità delle stratificazioni ambientali di traccia 7, “Il dottore“. Finisco addirittura per scorgere i sample di una tastiera General Music Cd2/3, familiari a chiunque abbia studiato lo strumento negli anni 90 ed inseriti con ordine e logica dove c’era da riempire il silenzio.
Sia chiaro: si può raccontare la diversità psichica, il disordine ed un profondo disagio interiore. Non lo si può fare compiutamente se si va ad applicare a questi concetti anche un lontanissimo barlume di logica. A quel punto ci si ritrova all’interno di un disordine cadenzato che finisce esclusivamente per disturbare e che non riesce mai ad ispirare. Sotto questo punto di vista mi permetto di dissentire. Per quanto la proposta possa essere inusuale di musica si parla e la musica non può essere soltanto questo. “Mad Pride” è opera di un autore artisticamente maturo, preparato e, senza ombra di dubbio, talentuoso. Un album che sicuramente lascia spunti di riflessione interessanti ma che fa molta fatica a comunicare con l’ascoltatore. Si perde in tutta una serie di sperimentazioni eccessivamente personali che, per natura, rinunciano ad ogni possibilità di suggestionare.
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Voto: (5,5 / 10)
Tracklist:
1. Lapis Revisited 2:32
2. L’Inquilino 7:32
3. Percezioni Finissime :03
4. Helika 3:34
5. IV Elementare 8:24
6. Doppio Standard 5:36
7. Il Dottore 12:56
8. Esordio 9:56
9. L’Uomo dagli Occhi Rotti 8:25
10. Torino Mad Pride 4:00
11. Ancora di Noi 4:11
12. La Strada di Neve 5:17