Recensione: Barely Awake – Barely Awake
Il quartetto pesarese arriva al full omonimo dopo una gavetta cominciata nel 2009 fra i banchi della scuola hardcore e dopo diverse esperienze internazionali che hanno sancito la fruibilità del progetto oltreconfine. La linfa degli arbori non è andata perduta. Viene anzi immessa all’interno di un nuovo sistema circolatorio, fatto di sperimentazione a 360 gradi. Che le ramificazioni abbiano un’estrazione sostanzialmente math-rock appare subito evidente. Sentieri che però non perdono una matrice sonora barocca, a tratti limitrofa alla ricerca neo-pop intrapresa per molti anni da band come i Dredg.
La miscelazione degli ingredienti costruisce un mix interessante: il groove è sostanzialmente neo-progressive nelle intenzioni, imparentato alla lontana con le rivisitazioni dualistiche, sospese fra anacronismo e innovazione, di “Hand Cannot Erase“. La ricerca melodica è invece mossa da una matrice fastosa, spesso magniloquente. A conti fatti il tentativo dei Barely Awake risulta incredibilmente coraggioso, privo di qualsivoglia logica commerciale ed estremamente interessante. Lo scotto da pagare sta nelle insidie che si celano sul cammino di una ricerca tanto profonda.
Il disco manca proprio dello spessore sonoro necessario a raccontare questa profondità di intenti. La fascia di frequenze coperta è molto risicata; complice di questo assottigliamento è sicuramente un impianto chitarristico eccessivamente medioso. Nel sistema di causa-effetto delle scelte di produzione questa caratteristica mina la dinamica sonora dei pezzi, che al contrario appaiono vari e sempre inaspettati sotto il punto di vista strutturale. Problema ben più importante risiede invece nelle successioni vocali dell’intero disco. L’interpretazione di Francesco Agostini è costantemente spinta al limite, quasi in ogni brano. Pur rimanendo all’interno delle tonalità richieste dal pezzo questo modus operandi monotematico alla lunga perde ogni imprevedibilità e smette di suscitare interesse nei confronti dell’album: 16 brani per un disco d’esordio sono veramente tanti, anche se considerati alla luce di un ipotetico doppio lato (A & B) e di diverse tracce che fanno soltanto da ponte fra un episodio e l’altro.
Tirando le somme “Barely Awake” ci mostra una band stravagante, sicuramente interessante e straordinariamente capace. Tuttavia pecca di ingenuità là dove potrebbe essere ma in fin dei conti non è. Allo stesso tempo però merita menzione d’eccellenza all’interno di un panorama in cui di tentativi se ne fanno davvero pochi. Una sperimentazione che troverà inevitabilmente compimento definitivo alla luce delle capacità tecnico/compositive mostrate.
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Voto: (6 / 10)
Tracklist:
1. Lovers Are Back
2. Falling Dreams
3. Down Waterfalls
4. Eagles, Rain, Storm
5. 60 Steps To The Depth
6. Vacanze Romane
7. Where Else Is Me ?
8. L.2840,0 [ side A ]
9. Mary Anne Kelly
10. Aerials
11. Amen
12. Paper House
13. No Therapy
14. Fear And Loathing In Jerusalem
15. Just Fine
16. L.2840,0 [ side B ]
Formazione:
Francesco Agostini – Chitarra e Voce
Lorenzo Badioli – Chitarra
Richard Nacinelli – Basso e Voce
Diego Cardinali – Batteria
2 risposte
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