RECENSIONE: Paradise Lost – The Plague Within
Lacrime. Di gioia probabilmente. Un ritorno di questo tipo non me lo sarei mai potuto aspettare, un suscitare di emozioni che avevo perso da tempo nei loro confronti nonostante gli ultimi album fossero decenti ma nulla da far rimanere negli annali. Ora il discorso cambia apertamente, i Paradise Lost hanno deciso di tornare a fare sul serio. Chiamiamole scelte di marketing e/o affini ma i signori di Halifax hanno fatto centro aprendo il cuore dei nostalgici. Le atmosfere di dischi come “Draconian Times” e “Icon” riproposte completamente in questo “The Plague Within“, cupo e malinconico. I riff cadenzati scandiscono i tempi immergendoci nel loro campo emotivo completamente colorato di nero dove spiragli di luce rappresentano solo vane speranze. L’unica pecca forse è la doppia prestazione di Nick Holmes dove con il growl non si pone limiti ma nelle parti pulite pecca di una mancata profondità che poteva dare il tocco definitivo. Una piccolezza che non sporca un disco suonato divinamente; ovviamente la band ha ripreso e rimesso a nuovo idee datate con cui aveva scalato e dato inizio ad una nuova linfa per il metal. Un album che non passerà inosservato.
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Voto: (7,5 / 10)
Tracklist:
- No Hope In Sight
- Terminal
- An Eternity Of Lies
- Punishment Through Time
- Beneath Broken Earth
- Sacrifice the Flame
- Victim of the Past
- Flesh From Bone
- Cry Out
- Return to the Sun
https://www.youtube.com/watch?v=3WRwMMqCg-E