RECENSIONE: Vetro – Il Secondo Tragico Vetro
Titolo Fantozziano, copertina in stile prima pagina di Cronaca Nera. Loro sono i Vetro, band punk hardcore veneziana. “Il Secondo Tragico Vetro” è un compendio di nove brani in cui il più lungo non arriva ai due minuti. Pezzi belli carichi, urlati, da “pogo continuo”.
Tematiche impegnate, come si evince del resto dai titoli di brani come Diaz o 41Bis, e costruzioni armoniche serrate in cui si insinuano riff e pattern piuttosto originali. La lead voice tiene il passo frenetico del substrato ritmico, gli sta dietro, sputa rabbia e urla cercando di adempiere al suo obiettivo primario: caricare e trascinare l’ascoltatore fino alla fine.
Stare qui a citare riferimenti sarebbe assolutamente inutile, oltre che scontato. Trattasi sicuramente di un disco estremamente derivativo, caratterista imposta a priori da un genere che trova la propria spontaneità nel ripetersi ciclicamente.
Pecca non di poco conto è rappresentata da una malsana monotonia proposta in fase di interpretazione vocale. Un “auto-citarsi” costante che riesce a perdere efficacia e piglio anche sulla breve distanza.
Un disco sicuramente consigliato ai fan di genere ma che non lascia la pancia piena a chi è abituato a banchetti più lauti.
Voto: (3 / 5)
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Tracklist:
- Sgonfio
- Furto Facile
- Avete sbagliato tutto
- Carletto
- Piccoli dispetti quotidiani
- Maledetta tristezza piranha
- Diaz
- Francone
- 41 Bis
Formazione:
- Nicola – batteria
- Simone – chitarra
- Nicolò – chitarra
- Nicola – basso
- Alessandro – voce