RECENSIONE: Antonio Allegro Project – Black Tuff
Antonio Allegro è un napoletano trapiantato a Roma, che, dopo tanti progetti, decide di ritagliarsi un momento tutto suo. Così nel 2013 esce il suo full-lenght Black Tuff.
E’ un concept album di 10 tracce che hanno l’obiettivo di raccontare e fare la summa della sua vita fino ad ora (non è un caso che la open track si intitoli “Panta Rei“). A fare da cornice a questo racconto è la sua chitarra, dalle sonorità blues, jazz e rock.
Se a livello compositivo alcuni brani sono ben costruiti (peraltro con qualche spunto originale come alcuni bridge ed il riff in Violence is Cold), non si può dire lo stesso per le varie interpretazioni vocali (3 diversi cantanti hanno collaborato a questo disco): non spiccano purtroppo per doti interpretative e tantomeno per doti canore. Se alcune tracce sembrano più congeniali alle corde di chi deve interpretarle (come Like a Jewel), in altre si rileva una perdita di forza ed estensione, il tutto a discapito dell’incisività del pezzo (come in Come Down – I’m not here).
Progetti ambiziosi come questo, che hanno l’obiettivo di fare un sunto dell’esistenza facendo, per forza di cose, affidamento assoluto sulla sulla voce di chi deve raccontare storie ed emozioni, devono essere curati nei minimi particolari per riuscire a mantenere alta l’attenzione dell’ascoltatore, cosa che purtroppo qui non avviene. Alcune track sono decisamente lente, sembrano non decollare mai e quei pochi brani più dinamici vengono sporcati da vocalizzi non sempre perfetti.
Una prima prova un po’ incerta, sicuramente da rivedere.
Voto: (2,5 / 5)
Link Utili: Official Facebook Page
Tracklist:
- Panta Rei
- Madness of Metropolis
- Violence is cold
- Like a Jewel
- Goodbye
- Come Down
- I’m not here
- In or Out
- She saved Me
- Punchinello’s Moonlight