Recensione: Hierophant – Peste
In due anni gli Hierophant sono approdati ad una maturazione artistica che li ha messi in luce nel folto underground nostrano e mondiale. Dopo “Great Mother: Holy Monster” i Nostri con “Peste” hanno continuato un discorso che va a miscelare in uno scenario apocalittico metal estremo, grindcore e crust/punk.
Un sound solido e compatto che pur conservando una certa omogeneità genera un assalto diretto che sfocia nel caos più totale. Scelta dovuta, i dieci brani hanno un filo logico collegante ma in ogni riff si nota un’anima concettuale diversa. Chitarre corpose e robuste che entrano in alchimia con le vocals disperate e furiose. Basso e batteria sembrano usciti direttamente dai gironi infernali più decadenti, accompagnando l’ascoltatore verso la fine del mondo. Un groove che racchiude in se un’aura maligna, disturbante ma che mantiene una certa lucidità nel percorso tracciato. Una band dinamica e “in your face” che sta finalmente raccogliendo i giusti frutti del proprio lavoro. Consigliato.
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Voto: (8 / 10)
Tracklist:
- Inganno
- Masochismo
- Nostalgia
- Sadismo
- Apatia
- Paranoia
- Sottomissione
- Alienazione
- Egoismo
- Inferno