RECENSIONE: Napalm death – Apex predator – Eeasy meat
La nuova era dei Napalm Death non sta portando i frutti sperati. Sono tra quelli che sostiene la band fino a “Fear, Emptiness,Despair” come completezza di suono e basi fondamentali per suonare musica estrema. Da lì una cavalcata tra alti e bassi che sembrava essere in risalita grazie a “The Code is Red… Long Live the Code” ma che ha perso smacco con le uscite successive.
Una sperimentazione eccessiva e forse anche necessaria vista la lunga carriera; suonare sempre la stessa roba può essere controproducente. La band è indubbiamente in forma, pesta ancora come si deve e la timbrica di Barney è sempre rabbiosa. Il punto focale è il sound: riff abbastanza aperti e momenti di rallentamento che strizzano l’occhio al famigerato suffisso “post”, onnipresente nei tempi moderni. L’utilizzo di clean vocals non rispecchia l’anima della band ed a volte sembra un qualcosa di forzato ed abbastanza imbarazzante. Non siamo ai livelli di “Greed Killings” e “Diatribes”, dischi inadatti ma coraggiosi.
La nuova linea riprende i discorsi dei precedenti “Utilitarian” e “Time Waits For No Slave”. Personalmente sono dell’idea che dovrebbero suonare solo dal vivo e chiudere dal punto di vista discografico ma solo il tempo ci dirà se la nuova vita della band di Birmingham sarà proficua o fallimentare.
Link utili: Official Facebook Page
Voto: (5,5 / 10)
Tracklist:
1 – Apex Predator – Easy Meat
2 – Smash a Single Digit
3 – Metaphorically Screw You
4 – How the Years Condemn
5 – Stubborn Stains
6 – Timeless Flogging
7 – Dear Slum Landlord…
8 – Cesspits
9 – Bloodless Coup
10 – Beyond The Pale
11 – Stunt Your Growth
12 – Hierarchies
13 – One-Eyed
14 – Adversarial / Copulating Snakes
https://www.youtube.com/watch?v=0WI_BOLHHzc&list=PLWftevJTDe9ZbC30BAqwRdeD32lTn0xPu&index=1