REPORT: Falstaff@Teatro Carignano (TO), 1 Novembre
Torna il teatro su Interstella Magazine, torna con uno spettacolo che ha inaugurato il nuovo cartellone del teatro Stabile di Torino; stiamo parlando di “Falstaff” interpretato da Giuseppe Battiston.
Si entra al teatro Carignano ed il palcoscenico è vuoto, una parete di metallo e una scala sono gli unici oggetti presenti in scena. E’ una scenografia spoglia e minimalista che scatena immediatamente l’immaginazione di ogni spettatore. Di chi sarà lo voce che darà inizio allo spettacolo? Da dove spunteranno tutti gli attori?
Ecco che lentamente si abbassano le luci mentre quelle del palcoscenico si fanno vive e forti. Sulla sommità della parete di metallo spuntano delle immagini di uomini, come se fossero delle ombre. Un’ombra più possente e pesante si avvicina alla scala, appoggiata al muraglione, e comincia a scendere lentamente per poter raggiungere la base del palco. E’ Battiston, vestito di notte. Ma per questa sera non è Beppe ma è John Falstaff, uno dei personaggi shakespeariani più enigmatici.
Falstaff, è l’uomo al qualche è affidato l’esercito del re Enrico IV ma che, invece, preferisce passare le giornate nel bordello di Eastcheap; un luogo dove la ragione è annebbiata dal vino, dove il rumore della guerra è lontano e il corpo di una bella donna è il suolo da conquistare. E’ un uomo che ama la vita e sa circondarsi di ogni sua bellezza, di ogni piacere passeggero; è un uomo che fa del vizio il suo unico comandamento terreno e vive nella sregolatezza senza renderne conto a nessuno. Tranne ad uno, un giovane ragazzo di bell’aspetto, il principe Hal, figlio di Enrico IV, futuro erede al trono.
E’ uno dei tanti nella numerosa banda di delinquenti capitanata da Falstaff, ma tra i due c’è un evidente legame; un rapporto fatto di odio e amore, di disprezzo e rispetto, di bugie e verità. Il principe Hal, fuggito dai doveri del regno e dallo sguardo inquisitorio del padre , è come se volesse trovare in questa compagnia di farabutti una nuova famiglia, dove non si viene giudicati per le proprie azioni e dove ci si può permettere di oltrepassare il limite. Hal trova in Falstaff la figura di un nuovo padre, un padre col quale ci si può parlare in modo franco, col quale non ci si vergogna della propria anima e della propria morale. E’ un amico, il rapporto che ogni figlio vorrebbe con il proprio genitore. Non ci sono più pressioni, non si è più giudicati e non si ha paura di deludere. Si è liberi di seguire la propria strada senza che qualcun altro decida per noi. Falstaff è il padre che accoglie, il padre che educa al vizio e alla lussuria:“Se mai avessi mille figli, li educherei al vino forte”
Ma la guerra si avvicina e l’incontro del principe Hal con il padre, Enrico IV, è imminente. A vestire i panni del re è sempre Battiston, che da uomo forte e bugiardo si tramuta in un vecchio stanco e deluso. Enrico IV è invece la figura del padre tradizionale, autoritario, freddo e cinico; un uomo insofferente nei confronti del proprio figlio. E’ il genitore deluso dalla condotta del suo erede e durante questo crudele confronto, Enrico IV non farà che vomitare addosso al ragazzo tutta l’amarezza che gli ha procurato; una scena straziate che si concluderà con il principe Hal in lacrime ai piedi del padre morente. Solo un figlio può comprendere quanto sia doloroso deludere un genitore, un dolore che dilania il cuore e che non fa respirare.
Con la morte di Enrico IV, il giovane Hal stringe le redini del regno in mano, diventando il nuovo sovrano, Enrico V. Del padre non rimane che un ricordo, un’ombra che non ha intenzione di dimenticare. Inizia una nuova vita e il passato viene cancellato. Falstaff, che una volta era considerato un modello da seguire, viene bandito dal regno, allontanato e umiliato.
E’ uno spettacolo che fonde al suo interno tanti sentimenti umani, dall’amore al disprezzo, dal desiderio alla delusione dove il rapporto tra padre e figlio è centrale e tormentato.