RECENSIONE: Plasma Expander – Live3
Figli del Krautrock anni ’70, quello degli Ash Ra Tempel di “Join Inn” o dei Neu! della prima guardia, questi tre ragazzi sardi condensano nella breve intensità di cinque tracce tutte le influenze, la tecnica e l’abilità compositive che li contraddistinguono.
Questo Live3, che poi del live ha solo l’impatto sonoro, visto che è stato registrato in studio con la mentalità usata nei tour, cioè quella del “buona la prima”, ricorda, anche solo guardando alla sua creazione, tutta la mentalità e l’approccio viscerale che si metteva nella creazione di musica in quegli ormai lontani anni, quando ci si riuniva tutti assieme in uno studio musicale, si faceva partire la registrazione e si lasciava fluire fuori dagli strumenti la melodia, i suoni, i rumori, le distorsioni che più si sentivano proprie. Si lasciava parlare lo strumento, in lunghe suite che duravano quasi un’ ora e che venivano divise in due grandi blocchi nei rispettivi lati di un disco in vinile.
Qui la divisione rimane quella contemporanea dello pseudo bootleg, ma l’effetto è veramente quello di un tuffo nel passato: psichedelici suoni spaziali e vagonate di riff vorticosi e ripetuti sino all’ipnosi, il tutto sul ritmo sincopato di una batteria scatenata e di un basso acidamente sfrigolante, saltellante tra le ondate sonore che scaraventano l’ascoltatore contro muraglie energetiche che non lasciano spazio alle parole, ma solo all’anima di tre musicisti che proiettano il proprio ego imbestialito in una rappresentazione di ciò che ci aspetterebbe avvicinandosi alla loro dimensione preferita, quella del live.
Il sapore retrò di “Beacon” è un’apertura eccellente, che mette subito tutte le carte in tavola. Un pezzo che sembra dire: “noi siamo questo, o vi lasciate investire o ve ne potete anche andare”. Vorticoso, altalenante, con spruzzate garage rock nella base subitamente avviluppata dai distorti virtuosismi della chitarra alla Rodriguez Lopez. Cambi improvvisi di velocità, gioiose esplosioni catatoniche, sempre mantenendo una linearità di fondo che fa da collante alle varie fuoriuscite imprevedibili che un approccio così old school alla produzione musicale del trio obbligatoriamente necessita.
“Hands in your guts” continua imperterrita l’acida marcia del basso che scarnifica, cercando di farsi strada, la coltre spessa e complessa delle sviolinate elettriche magistralmente tenute in riga nella loro imprevedibile natura viscerale. “Why Not” è una festosa lotta ritmica a doppio colpo, esempio di come si possa essere devastanti restando bloccati sulla ripetitività di due note. “Exploder” non è che un’ulteriore conferma dello stile di questi ragazzi, un “plasma rock” come a loro piace definirlo, e che, forte anche del nome stesso del complesso, si insinua nell’ascoltatore come un’acquosa soluzione, a sostituire il sangue perduto dopo uno schianto inevitabile contro i solidi muri sonori che i tre dottori si divertono ad innalzare in ogni dove. “Otra Vez” è infine un inedito regalato a conclusione del tutto, descritto dalla band stessa come la rappresentazione del loro nuovo approccio alla musica, ed inoltre uno spunto per quella che sarà la loro prossima pubblicazione, e cioè un disco che conterrà la reinterpretazione personale di diversi artisti proprio di questo pezzo.
Prodotto sicuramente importante nella discografia della band, perché mette completamente a nudo l’approccio sperimentale e istintivo che i componenti donano alle loro esibizioni live, qui tradotte in un ambiente più chiuso come quello dello studio di registrazione, l’album spoglia anche i pezzi stessi, sostituendo le sonorità più contenute delle versioni auscultabili nelle produzioni precedenti con lo sperimentalismo e l’animo free che caratterizza invece le esibizioni di fronte ad un pubblico, il loro vero ambiente, il luogo in cui la vera magia e la vera natura del complesso vengono alla luce tra i vagiti di una chitarra distorta e la ritmica ignorante che pesta duro.
E quando una band mette tutta se stessa così in un lavoro, il risultato può essere solo un grande successo, da ascoltare con le cinture di sicurezza ben allacciate.
Lorenzo Nobili
Link utili: Plasma Expander | Profilo Bandcamp | Profilo Soundcloud
Voto: (4 / 5)
Tracklist:
- Beacon
- Hands In Your Guts
- Why Not
- Exploder
- Otra Vez
Formazione:
- Fabio Cerina – Guitar
- Andrea Siddu – Drums
- Corrado Loi – Bass, Samples and Synths
2 risposte
[…] chiudere serata e festival il trio groove-noise sardo Plasma Expander, realtà emergente ma già solida, esattamente come il Summer is Mine […]
[…] questa raccolta di remix del brano “Otra Vez” dei sardi Plasma Expander proprio nella recensione di un anno fa dove si parlava dell’ottimo Live3, live in studio dal sapore kraut/psichedelico […]