RECENSIONE: Freak Opera – Restate Umani
Quando si parla del progetto Freak Opera, d’origine marcatamente campana, non ci si può riferire, commettendo del resto un errore d’imperdonabile superficialità, ad un’entità esclusivamente musicale. Se infatti l’aspetto marcatamente melodico rimanda a capisaldi del cantautorato italiano come De Andrè o addirittura Tenco, l’invettiva teatrale, costantemente presente nelle composizioni della band vesuviana, ricorda inevitabilmente il Gaber degli anni migliori.
Miscelando quindi differenti scuole della storia italiana, i Freak Opera trovano una loro precisa collocazione, capace di assumere una buona autonomia stilistica. L’approccio testuale è sempre raffinato, ricercato e pertinente. A volte gli arrangiamenti sono leggermente scarni, sicuramente a tratti migliorabili.
Questo “Restate Umani” suona quasi come un imperativo, atto a non farci abbandonare le caratteristiche che ci rendono, ogni giorno, imperfetti, distratti, in balia delle emozioni. Umani per l’appunto. Un buon esordio discografico per dei musicisti con tanta esperienza alle spalle. Una componente che riesce sempre a fare la differenza quando si parla di musica impegnata. Una maturità che sembra pienamente acquisita.
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Voto: (3,5 / 5)
Tracklist:
- Vino e fiori
- Gli impressionisti
- Calmati Alessandra
- Pioggia d’Agosto
- Insegnami a ballare
- Aspettare una rosa
- Le sere d’inverno
- Per amore della libertà
- Morte accidentale di un ladro di quartiere
- All’altro mondo
Formazione:
Klaus Klaski – chitarre, piano
Rocco Traisci – voce
Ilaria Scarico – basso, flauto traverso, diamonica
Antonia Harper & Dario Patti – violino, back vocals
Antonio Mosca – personal drunk trainer
Giovanni Volpe & Vincenzo Miele- percussioni, batteria
Mario Paolucci – chitarre, bondage