LIVE REPORT: M.c.n@Blah Blah (TO), 14 Febbraio.
14 Febbraio: San Valentino. Coppiette felici, cene romantiche, dolci parole sussurrate alle orecchie…MA DE CHE! A Torino il 14 febbraio 2014 viene ricordato per gli M.c.n!
Gli M.c.n sono un gruppo heavy metal nato nel 2011 dall’incontro di Carmelo Pipitone, membro chiave dei Marta sui Tubi, e del chitarrista Daniele Paolini della band Venua. Successivamente gli M.c.n si allargano accogliendo il batteriasta Roby Vitali e il sassofonista Giacomo Maria Carpa. Sono quattro, come i cavalieri dell’Apocalisse.
Il loro percorso musicale inizia il 29 novembre 2013 con la pubblicazione del loro primo album “U cirivieddu che è cchiunu r’acqua?!”, registrato con l’etichetta palermitana Qanat Reconds. Gli M.c.n decidono di inaugurare alla grande il 2014 con “U Giubbautto Tour”, un tour partito il 29 gennaio a Roma per poi sconvolgere altre città italiane come Modena, Bologna, Milano; concludendosi il 14 febbraio a Torino nello storico locale del Blah Blah.
E’ un tipico venerdì sera torinese, è un passeggiare continuo per Via Po, una delle strade principali della città. Dopo una chiacchierata e una birra finalmente lo spettacolo può iniziare.
Eccoli prendere posto su un piccolo palco in fondo al locale, vestiti con magliette e canotte come per far capire che la serata la si deve sudare. Il buon Pipitone prende la parola: “Come ogni concerto metal che si rispetti dopo ogni canzone sarò costretto a parlare e a spiegare i pezzi, anche perchè il concerto dura 37 minuti!”.
E ci sono molte cose da spiegare come per esempio il siciliano: i testi degli M.c.n sono interamente scritti e cantati in siciliano, precisamente in palermitano. Perchè il dialetto è la nostra prima lingua, è quella che va dritto all’obiettivo senza troppi giri di parole, possiede quei modi di dire impossibili da tradurre in italiano. E particolari sono di conseguenza i testi, come dice Pipitone: “I testi degli M.c.n sono molto impegnati, attenzione!”. Si parla dell’Accollino, quello che si piazza in casa per settimane e ti svuota il frigo; però che gli vuoi dire, porta da bere e da fumare. Si canta dell’errore più comune che possa commettere un musicista: comprare un benjo. Uno strumento inutile e difficile da accordare che inevitabilemente dopo qualche mese dall’acquisto viene rivenduto praticamente nuovo a metà prezzo. C’è la canzone “Un haio soldi”, una condizione di vita, “Minchia, io non ho mai soldi e se li ho li spendo malissimo!”. Insomma, sono pezzi che riassumono e raccontano la vita del musicista.
La musica è tosta, violenta; ogni pezzo è una bomba di adrenalina. Si passa dall’hardcore al punk, si uniscono generi e sperimentazioni differenti creando un prodotto esplosivo che potrebbe entusiasmare anche chi non ascolta abitualmente questa musica. Ma un elemento che arricchisce l’intera performance è il pedale Vocal Performer Ve-20. Se pensavate si potesse distorcere soltanto la chitarra, be’ siete fuori strada. Questo piccolo gioiello è stato progettato esclusivamente per i cantanti . Con una semplice pressione del pedale si possono aggiungere diverse armonie ed effetti alla propria voce; quella di Pipitone si squarcia, cambia forma, si dilata, di spezza. Le sue grida si confondono, diventano anche loro uno strumento da accordare.
E’ un concerto che diventa spettacolo, si chiacchiera col pubblico tra una canzone e l’altra, si fanno battute, ci sono risate.
Tra cazzate, prese in giro, aste che cadono, strumenti che fischiano si riesce a percepire e a cogliere la vera essenza della musica: il divertirsi! Non ci sono più quattro musicisti sul palco ma quattro ragazzini che si divertono a fare casino per frantumare la monotonia di ogni dannato giorno. E come fai a non farti prendere? E’ un progetto esplosivo che merita senza dubbio un gran successo.
In conclusione, non rimane che esclamare un fragoroso “MINCHIA!”.
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