RECENSIONE: The Skylanders – In punta di piedi
La prima impressione che si ha dopo aver ascoltato The Skylanders, band pop rock della provincia di Bergamo, è quella di trovarsi di fronte a dei ragazzi veramente giovani. In realtà facendo ricerche più approfondite trovo ben poco su questo progetto musicale e mi affido quindi a supposizioni del tutto personali. L’incipit di questa recensione pone dunque sul piatto dell’evidenza numerosi aspetti. In punta di piedi, full rilasciato lo scorso Gennaio, è una di quelle produzioni che è molto difficile recensire. Si perché fondamentalmente ti da tanti buoni motivi per fare una critica priva di compromessi, senza finire nemmeno troppo nel torto. Altra storia è poi andare a motivare le ragioni che vanno ad incidere sull‘insufficienza artistica di questo disco. I ragazzi si impegnano e credono molto in quello che fanno, questo è evidente. Purtroppo non basta a regalarmi almeno un ascolto ben digerito di “In punta di piedi“.
Andiamo con ordine. Le liriche possiedono lo stile tipico del pop adolescenziale anni 90. Per avere un esempio pratico basta andare indietro fino al Pezzali dei bei tempi. Il problema è che qui, per buttarla sul trash, manca Repetto. Il nodo nella questione sta tutto nella definizione di semplicità: essere semplici non implica indissolubilmente non essere originali. Quando la semplicità non ha caratterizzazione diventa inevitabile noia. A mancare non è quindi un ballerino tuttofare. Si sente il forte peso dell‘assenza di quella trovata, quel guizzo geniale, che possa risollevare le sorti di una proposta già noiosa in partenza (l’Italia vomita pop rock ogni 50 metri).
Le scelte musicali non si discostano dal mood generale. I 4 ragazzi possono e devono migliorare e per fortuna i margini ci sono. I pezzi andrebbero asciugati. Le scelte di arrangiamento pensate meglio. Purtroppo, anche nelle sue espressioni migliori (vedi video allegato), questo disco non smette di suonare tremendamente scontato. Ben venga quindi una proposta semplice, diretta, che punti con decisione ai sentimenti più in vista di ognuno di noi. Tuttavia, per arrivare ad essere davvero in corsa nella gara del pop rock, serve qualcosa di più. Per fortuna ci troviamo di fronte ad una band che questo salto può farlo e le qualità ci sono tutte.
Citazione a parte merita la quarta traccia, “Il cerchio“. Qui l’errore è veramente grave e grossolano, ed in un’altra situazione avrebbe generato ben più di una critica negativa. L’incipit del pezzo è praticamente identico (tonalità compresa) a quello di Sweet Disposition (The Temper Trap). A differire leggermente è soltanto la scelta di note, ma siamo praticamente sulla stessa lunghezza d’onda anche per quanto riguarda il timing del delay.
In attesa di una crescita, una piccola bocciatura. Che possa essere d’auspicio ad una carriera lunga e fatta di produzioni migliori. Aspettiamo fiduciosi.
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Voto: (2,5 / 5)
Tracklist:
- Musica (intro)
- Dimmi come va
- Quando questo viaggio
- Il cerchio
- Il viaggiatore immobile
- Leggera
- Centoventisei
- Frankenstein
- In punta di piedi
- Sotto
- Luci
Formazione (2014):
Rolando (Rullo) Bonandrini: chitarra e voce
Scandella (Lillo) Marco: chitarra
Giudici (Giodes) Andrea: batteria
Salvoldi (Gabo) Gabriele:basso