ALBUM DEL GIORNO: Elio e le Storie Tese – Esco Dal Mio Corpo e Ho Molta Paura (Gli Inediti 1979-1986)
Quando ancora Elio e le sue Storie Tese facevano ridere; quando ancora il frontman della band non aveva venduto il culo alla TV pubblica e poi privata o a grosse compagnie telefoniche; quando si era più giovani (sia noi che il complesso) e si rideva delle cose più semplici e dirette come la cacca, le scoregge, i rutti e via dicendo. Storie no sense, impeccabilmente cucite a basi sonore qui rispolverate e messe a nuovo. Concetti assurdi o talmente ridicoli che metterli in musica sembra una passeggiata, cosa che alla fine non è. Ce ne vuole per far ridere, scatenare, titillare l’orecchio dell’ascoltatore esigente. Eh si che ci riuscivano una volta, questi ormai-non-proprio-più ragazzi milanesi.
Esco dal mio corpo e ho molta paura, possiamo dire, è un compendio indispensabile per conoscere la band a 360 gradi. Sono infatti le riproposte dei primissimi brani con i quali Elio e & co. hanno cominciato la loro carriera suonando per locali, prima con la formazione ristretta ai soli Elio e Rocco Tanica (rispettivamente voce e batteria elettronica), poi con gli altri componenti che a mano a mano si aggiungeranno fino a raggiungere l’attuale formazione che tutti conosciamo.
Che dire: intanto si tratta di un live in studio, quindi per la registrazione è stato anche chiamato un pubblico di pochi fortunati che acclamava il gruppo alla fine di ogni canzone. Gli Elii si avvalgono qui di tantissime collaborazioni importanti (sono già lanciati verso il successo) come quella di Riz Samaritano, Alex Baroni o Antonio Cripezzi dei Camaleonti. E che dire dei brani, vere perle nonsense perfettamente eseguite musicalmente e vocalmente: la fantastica e lunghissima Saga di Addolorato, Catalogna, Abbecedario, Cavo, insomma tutti e dico proprio tutti i brani contenuti in questa fantastica raccolta-non raccolta di inediti ha qualcosa di unico, inimitabile, inarrivabile. Ti senti parte di quello spettacolo, ti sboccia un sorriso ebete sulla faccia mentre Elio fa i suoi monologhi che legano i vari brani, monologhi che solo lui può sciorinare e che solo grazie alla sua voce riescono nell’intento di far ridere. Magico il momento in cui parla del “loro amico Bacchi” che li ha aiutati nel comporre le musiche del brano che segue il monologo, che utilizza come base l’Aria sulla quarta corda di Bach. Bacchi-Bach. Ricordo che all’epoca ci misi una vita a capire quanto stupida e allo stesso tempo fantastica fosse questa battuta. Perché la comicità degli Elii era anche subdola e non sempre facilmente decriptabile (vedi il famoso caso della “cozza tattu piane di sbarru” ne La Vecchia Azienda Agricola, che mai avrei compreso se non avessi analizzato il testo minuziosamente). Meraviglioso anche il pezzo finale, che monta assieme diversi estratti dai primissimi live della band registrati su cassetta. Il vero fan ne esce quindi soddisfattissimo, potendo ascoltare piccole chicce come Elio, la prima canzone mai registrata dalla band (che ha poi dato il nome al progetto), o la famigerata Mosche, avvolta da un alone di mistero che circonda la sua reale esistenza. E la mitica Nasty Sciura a conclusione del tutto, la stalker di Rocco Tanica che ha tempestato di messaggi minatori la sua segreteria telefonica, messaggi poi messi ovviamente in musica nel pezzo L’eterna lotta tra il bene e il male degli anni successivi.
Quindi dimenticatevi ciò che ormai sono diventati gli Elio e le Storie Tese e andate invece a scavare nel loro bel passato fatto di frizzi, lazzi e stupidità gratuita. Apprezzate la semplicità diretta di una band ancora giovane e spensierata, conscia delle sue possibilità, che sguazza nel divertimento che solo la musica può darle. Suoni freschi e imberbi, ma allo stesso tempo già maturi; antesignani della parabola ormai inesorabilmente discendente di una grande band con un passato strepitoso ed un presente incerto. Un album dall’ascolto obbligatorio, che io non smetterò mai e poi mai di gustare in tutte le sue sfaccettature, con piglio un po’ felice e, visti i tempi, un (bel) po’ nostalgico.
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Tracklist:
- Unànimi
- Noi Siamo I Giovani (Con i Blue Jeans)
- Catalogna
- Abbecedario
- Cadavere Spaziale
- Zelig – La Cunesiùn Del Pulpacc
- La Saga di Addolorato
- Cavo
- La Ditta
- Ocio Ocio
- You
- Aü
- Faro
- (Gomito a Gomito Con L’) Aborto
- Né Carne Nè Pesce
- Sono Felice
- Amico Uligano
- Ho Molta Paura
Formazione (1993) :
- Elio – voce
- Rocco Tanica – pianola
- Cesareo – chitarra alto
- Faso – chitarra basso
- Feiez – sassofono e voci
- Tupi “Turtello Christianmeyer” Hermannmeyer – colpi