LIVE REPORT: Alter Bridge live @ Atlantico, by Nemesi
Innanzitutto mi presento. Sono Martina e sono nuova di qui. Ho deciso di battezzare il mio ingresso nello staff di Radio Interstella parlandovi un po’ della serata di lunedì scorso. Per chi non se ne fosse accorto dal titolo (più che eloquente) parliamo degli Alter Bridge , che si sono esibiti nella cornice non propriamente straordinaria dell’Atlantico (Roma).
C’è da dire subito una cosa: SOLD OUT. Questo significa che abbiamo aspettato più di un’ora e mezza per entrare… una fila così gli AB se la sognavano nel 2011. Nell’ “AB III Tour” suonarono davanti ad una cerchia ristretta (mezzo Atlantico era vuoto). La faccia di Myles poi a riguardo è stata eloquente quando, accese le luci, si è trovato davanti una folla senza fine. Ma comunque, andiamo per ordine.
Ad accoglierci appena entrati ci sono stati gli Halestorm: con la presenza scenica e il carisma della vocalist Elizabeth “Lzzy” Hale, hanno cercato di scaldare la folla nonostante non fossero poi così conosciuti. Voce di rilievo della cantante, capace di raggiungere tonalità molto alte e basse senza problemi. Protagonista, di almeno 7 cambi di chitarra e abile con il piano. Altro componente della band carismatico è il fratello della vocalist, ovvero il batterista Arejay Hale che, prodigandosi in un solo di batteria, ci ha fatto capire la sua scuola: Mike Portnoy. Dopo 40 minuti gli Halestorm ci lasciano, cambio palco, soundcheck…e parte il concerto tanto atteso.
Gli AB aprono con Addicted to Pain e la folla è in delirio. Ci aspettiamo Fortress dall’inizio alla fine e invece no: ci sono molti brani di AB III, di Blackbird e di One Day Remains che compongono una scaletta fitta e versatile con brani recenti e non, ballad e canzoni più ritmate. Versatili anche sul palco a differenza del 2011, cambiano spesso postazione permettendo a tutti di avere un assaggio di Myles e Tremonti da entrambi i lati dello stage. Inutile dire che le attenzioni sono tutte per loro due. Myles è inarrestabile: canta per un’ora e mezza senza sosta e la minima fatica vocale, passa da un pezzo all’altro senza troppi giri di parole, saluta il pubblico e sorride a tutti. Ma la vera rivelazione del concerto di ieri sera è stato Mark Tremonti. Che fosse un bravo chitarrista questo lo sapevamo tutti ed anche questa volta non è stato da meno dando il meglio di sé e confermandosi ad altissimi livelli (a questo proposito ricordo che nel 2011 Myles sfidò Mark in una “battaglia tra chitarre”, dove una volta sconfitto Myles, Mark disse al microfono “Ehy, this is my job”). Altra inaspettata e gradita sorpresa è stato il Mark Tremonti in versione cantante. Il concerto si chiude con Rise Today e dopo un bel po’ di applausi, gli AB ci lasciano.
Forse, la mia più grande delusione è stata non sentire Fortress live, track che poi da il titolo all’album e sicuramente una delle tracce più valide del loro ultimo lavoro. Anche il fatto che è stato dato più risalto ad altri album come Blackbird mi ha lasciato perplessa, essendo questo un tour promozionale.
In ogni caso scaletta fittissima, poche parole, ma tanta buona musica e buonissima prestazione live. E bravi gli AB.
Ecco la scaletta di lunedì sera:
Addicted To Pain
White Knuckles
Come To Life
Before Tomorrow Comes
Cry Of Achilles
Ghost Of Days Gone By
Ties That Bind
Waters Rising
Broken Wings
Metalingus
Blackbird
Watch Over You (acoustic, ft Lzzy Hale of Halestorm)
Farther Than The Sun
Lover
Isolation
Open Your Eyes
Calm The Fire
Rise Today