LIVE REPORT: God Is An Astronaut live @ Orion
4 Ottobre 2013, Ciampino.
Di articoli su questi ragazzi ormai ne ho scritti parecchi. Vuoi perchè sono sicuramente tra le mie band preferite, vuoi perchè in termini oggettivi meritano uno spazio rilevante. Vale la pena però chiudere, almeno fino al prossimo album, il capitolo su questa band, spendendo qualche parola riguardo il live a cui ho avuto la fortuna di assistere lo scorso 4 Ottobre.
Che dire, ogni parola che provo a buttare giù mi sembra superflua, irrilevante, inadeguata a descrivere quello che , in pochi eletti, abbiamo visto. La prima cosa a stupirmi è una presenza scenica assolutamente devastante. Weightless arriva come un treno dritto nello stomaco e subito ci fa vincere la forza di gravità. Siamo tutti senza peso, in balia di una profondità sonora unica, che pochi altri possono vantare di aver raggiunto. Poi è assolutamente impossibile superare indenni il trittico Transmission + All is violent all is bright + Reverse World + Echoes. Questa volta la band , dosando magistralmente sciabola e fioretto, ci trasporta su un piano di coscienza in cui gioia e dolore si mescolano, in cui le sensazioni non sono più definite ma ognuna è parte dell’altra e si lasciano soltanto intravedere in un groviglio di stupore ed adrenalina. Exit dream, Fragile e Signal rays arrivano con precisione chirurgica a lanciare Forever lost che ci prende letteralmente tutti gli organi interni e li scambia di posto; siamo inermi, incapaci di reagire, incapaci di fermare quel momento e farlo durare per sempre. Spiral code, Fire flies and empty skie e Castiloga sono un concentrato di energia cosmica dal quale si viene investiti , facendo passare le percezioni da un livello puramente emozionale ad uno prettamente istintivo. A questo punto l’atmosfera è carica di luce, che necessita di essere oscurata prima di arrivare ad un Encore che ha assolutamente del leggendario. Ecco dunque The last March che allenta la pressione prima dello sprint finale.
La setlist ufficiale si chiude con un brano da cui tutto è cominciato , From Dust to the Beyond. Pochi minuti di pausa ed eccoli tornare. Gli ultimi tre pezzi restano assolutamente indescrivibili e ogni immagine che potrei cercare di materializzare risulterebbe contraria alle sensazioni provate: un qualcosa di immensamente e stupendamente indefinibile. Red moon lagoon, Suicide by star e Route 666. Epico.
Un live da vedere prima o dopo nella vita, un concerto che resterà fra quelli indimenticabili. Non fatevelo scappare.