“Turn Off Fake Reality”: back to the muddy 80’s with Mr. Boonekamp
La storia di Mr Boonekamp è semplice, diretta, spontanea e senza filtri nella migliore tradizione punk. La creatura vide la luce nell’estate del 2007 in quel di Camponogara in provincia di Venezia dopo che D (basso) chiamò Volt (chitarra/voce) per chiedergli se gli andava di farsi una suonata assieme a lui e Vlad (batteria), e questi accettò.
L’attitudine dei ragazzi fin da subito fu chiara, una simbiosi totale con la sala prove, una voglia decisa di macinare date scortati da un’efficace faccia tosta da sfoggiare sul palco che li ha distinti e resi noti fin dagli inizi.
Così nell’agosto del 2009 vide la luce il loro primo Lp di dieci tracce dall’omonimo titolo “Mr. Boonekamp”.
Dopo alcuni assestamenti che hanno visto entrare in formazione Danzo (chitarra) e subentrare Nero alle pelli, i quattro
si sono chiusi in studio per sfornare a cavallo tra il 2012 e il 2013, dopo lunghi mesi di lavoro, il loro secondo disco “Turn Off Fake Reality”, che possiamo dire che li afferma a pieno titolo sulla scena veneta vedendoli surfare abilmente ed in maniera eclettica tra un genere ed un altro partendo da un’unica matrice fortemente distorta e graffiante creando una pasta particolare.
Da un genere ad un altro perchè non è facile inquadrare Mr. Boonekamp, molto dipende dal background e dalla percezione dell’ascoltatore; possono essere quello che vi pare.
La cornice di riferimento è squisitamente old school per la scelta dei suoni, delle liriche e delle situazioni evocate.
La traccia che apre le danze è “Splatters”.
Il riferimento all’immaginario fanta-horror degli anni ’80 è forte, tinteggiando la fuga dell’unico ragazzo scampato all’infezione zombie in città, la cui unica possibilità rimane correre veloce e recuperare più armi possibili per farli a pezzi caricandole con sonorità che rimandano chiaramente al punk furioso dei Mudhoney di Superfuzz Bigmuff.
Ma dai mostri non ci liberiamo cosi facilmente perchè agli zombie fanno seguito i “Tremors” altro pezzo altrettando fangoso, e “Carmageddon” guidato dal suo folle pilota omicida che sfreccia lungo la strada ad una velocità grezza e hardcore che strizza l’occhio ai Flipper , per poi addentrarci nelle sordide oscurità dell’animo umano.
E’ qui che i nostri danno il meglio di sé mischiando abilmente una divertita narrativa pseudo cinematografica con batteria e chitarre veloci, sporche, che poggiano sulle solide e furiose pennate del basso, sicure come il sangue caldo che cola in bocca dopo un pugno dritto in faccia.
Si passa dalla patologica violenza di “Jeremy the Stalker” a quella autoinflitta da due compagni di cella per evadere di prigione sfruttando la “Surgery” muovendo passi decisi su di un basso Novolesiciano dei primi Nirvana di Bleach, concludendo con quella vendicativa di “Reality” che suggerisce una suggestiva vendetta sul mondo del tubo catodico oramai a led e che va a braccetto con copertina e titolo del disco.
I riferimenti alle loro eredità sono molti, ma sono dovuti poiché ci rimbalzano addosso fin dal primo ascolto, senza però annoiarci con qualcosa di già sentito, poiché ci lasciano in bocca il sapore di un lavoro inedito che entusiasma e ci permette di fare un incredibile salto indietro nel tempo nel pieno dell’esplosione di quel laboratorio espressivo chiamato grunge, come se ci trovassimo in un negozio di dischi con il loro Lp tra le mani, molti chilometri oltre oceano, e chiedessimo al commesso in flanella dietro al bancone “Woo che botta! chi sono questi Boonekamp?” e lui rispondesse “ Sono una band nuova amico, indipendente, italiani…vengono da un paesino chiamato Nogara’s Field, credo vicino Venezia, sulla cartina non lo trovo ahah”.
Aspettano la fine del minutaggio per presentare se stessi e il loro “Boonekamp World” fatto di realismo nichilista che dona tinte cupe al lavoro della band spinte all’eccesso che sfociano in una sfrontata ironia assolutamente anti politically correct, che sembra quasi una sorta di reazione alla realtà del quotidiano che con la sua carica di ipocrisia e violenza alle volte non sembra meno surreale e allucinante di un bell’horror anni ’80 grottesco e parodistico.
Un disco incazzato per tempi incazzati ed a tratti perchè no, horror. Azzeccatissimo.
http://mrboonekamp.bandcamp.com/album/turn-off-fake-reality
https://www.facebook.com/MrBoonekampBand?fref=ts