La “Lucania” dei Lupi Gladius in un esordio che fa sperare
Tornando a parlare di recensioni tardive, avevo chiuso nel mio cassettino del “lo faccio più avanti” anche questa band martial/neofolk italiana proveniente dalla provincia di Matera. Era febbraio e avevo la varicella ai tempi: ordinai dalla Castellum Stoufenburc, la casa discografica che l’ha prodotta, la re-release di quest’anno di “Lucania”, vale a dire una nuova uscita del primo demo dei Lupi Gladius del 2003 (originariamente composto da cinque tracce) alla quale sono stati aggiunti due remix fatti assieme ad altre due formazioni (Spreu Und Weizen per il remix di “Guerrieri Impavidi” e i Waffenruhe assieme ai Day Of The Antler per quello di “Massacro”). Il disco arriva nel giro di un paio di settimane (viene dalla Germania quindi neanche da tanto lontano) e, assieme alla bella confezione che lo racchiude con un sapiente pop-up interno, ricevo anche una spilla del gruppo e un interessante giornaletto di non più di una ventina di pagine che parla della scena neofolk/martial dei nostri tempi e non, mettendo in luce la difficoltà che questa ha sempre avuto nell’affermarsi ad un livello che non sia quello underground nel quale è relegata per via del pubblico bigotto che associa sempre il genere al neofascismo e a posizioni destrorse. Come succede anche per questi ragazzi, che scelgono decorazioni sul disco che richiamano l’architettura e lo stile fascista, l’intento non è certo quello di riportare in auge ideologie e azioni di quei tempi, ma piuttosto di immergere l’ascoltatore in un passato nostalgico, dove essi ritrovano le radici stesse dell’appartenenza alla propria terra natia, tanto che questo esordio discografico ne porta il nome.
“Lucania”, come già detto, è una demo risalente ad una decina di anni fa e questo spiega la sua brevità in termini di tempi musicali. Possono anche esserci imperfezioni o qualche sbavatura qua e la come è normale aspettarsi da una demo d’esordio, ma a parte questo il progetto nel suo complesso colpisce molto anche per l’approccio particolare al genere. In effetti, se si vuole dare una forma a questi ventisei minuti di musica, si può rintracciare nei due brani che aprono e chiudono il lavoro la “scorza dura” del progetto: “Massacro”, con il suo martial/industrial claustrofobico e incisivo, e il suo più moderno e ripulito remix dei Waffenruhe e Day Of The Antler avvolgono con la loro musicalità prepotente quella che è il “succo” più scorrevole e delicato della formazione. Con “Guerrieri Impavidi”, seconda traccia della demo, salta subito all’orecchio l’approccio musicale distintivo di questo complesso: la chitarra acustica che arpeggia armoniosa nell’apertura del brano viene poi raggiunta dal synth di Fabio Vitelli, che dona al panorama marziale del brano delicate cadenze ambient che addolciscono il tutto.Vitelli, che viene dalla scena electro-wave con il suo progetto parallelo Hidden Place (e assieme a lui anche altri componenti del gruppo), ha voluto creare un incunabulo per le sue influenze in un contesto del tutto diverso, ottenendo un risultato, a mio avviso, molto ben riuscito. Ed in effetti ogni traccia punta molto sulle sue sonorità ambient, amalgamate con accordi ed arpeggi folk della miglior fattura che richiamano Wakeford, Darkwood, Falkenstein e via dicendo, coadiuvati da percussioni marziali che possono benissimo trasformarsi in accompagnamenti di ballate pagan folk (come accade in “Echi”); oppure è possibile imbattersi in un pezzo come “Lvpi Gladivs”, nel quale le sonorità ambient si trasformano in quelle di uno strumento semplice e popolare come la fisarmonica. Il cantato, prevalentemente in italiano, scava nelle radici stesse della Lucania del titolo, evocando battaglie, visioni oniriche, ideali e ritratti dei tempi che furono. L’unico pezzo in tedesco, “Helden”, è una marcia il cui tempo viene tenuto dalle percussioni e dalla dura lingua germanica, mentre ci si immerge al contempo nella foresta sonora del synth, con le sue note prolungate ed evocative. Il remix di “Guerrieri Impavidi” è infine, come quello di “Massacro”, molto ripulito nelle sonorità, a sottolineare il raw intrinseco nelle prime creazioni in studio rispetto alle ultime.
La demo risulta, ad un ascolto complessivo, un esordio che fa sperare: c’è la voglia di fare, di sperimentare; ci sono le basi solide di una cultura folk moderna che possono coinvolgere quella fetta di aficionados di certe sonorità precise; c’è la buona musica indipendente italiana, dalla quale sto attingendo molto ultimamente con graditissime scoperte e sorprese, soprattutto per quanto riguarda una scena che fino a qualche anno fa pensavo fiorente solo all’estero. Come già annunciato ieri, i Lupi Gladius stanno per far uscire il loro primo full lenght, e se si parte da basi così promettenti c’è solo da immaginare che si tratterà di un lavoro di indubbio valore che non vedo l’ora di ascoltare.
Non posso mettervi in embed nessun brano perché su Youtube non si trovano. Posso però linkarvi qualche sito che ancora vende delle copie di “Lucania” (visto che sul sito della Castellum Stoufenburc le copie sono sold out). Eccoli qua:
Sostenete come potete progetti come questo,perché oltre ad essere nostri connazionali, sono un ricettacolo di talento e voglia di farsi strada nei meandri più oscuri della musica underground.
Voto: (4 / 5)
Lupi Gladius – Lucania (Castellum Stoufenburc – 2013)
- Massacro
- Guerrieri Impavidi
- Lvpi Gladivs
- Echi
- Helden
- Guerrieri Impavidi (Remix by Spreu Und Weizen)
- Massacro (Remix by Waffenruhe If. The Day Of The Antler)
I Lupi Gladius sono:
Pietro B.: Voce, Percussioni
Antonio L.: Percussioni,Chitarra
Fabio V. : Tastiere
Giampiero D.: Chitarra,Basso
Quirino B.: Basso,Chitarra