“Rifarei tutto quello che ho fatto, perchè è la mia vita e nessuno può rinunciare alla propria vita” : intervista a Roberto Perciballi, frontman dei Bloody riot.
Venerdì 20 luglio siamo tornati dal nostro amico Samal per un secondo ed imperdibile appuntamento con il Mira On Air Festival.
Il palco è stato posseduto con esplosiva energia dal frontman di un gruppo romano che ha fatto e vissuto da protagonista la storia del punk hardcore italiano dei primi anni ottanta gettando le radici di una scena che, anche se con volti e sonorità sempre in costante evoluzione, ancora oggi continua a resistere. Stiamo parlando di Roberto Perciballi e dei suoi Bloody Riot.
Prima di loro sul palco si sono alternati i “Banditi” formazione Oi-core orgogliosamente Skinhead che giocava in casa, e i “Payback” gruppo hardcore romano dalle sonorità decise e pesanti che hanno fatto trasparire chiaramente un forte legame con l’ East coast Hardcore degli Agnostic Front, infatti sono forti della collaborazione fatta assieme a Roger Miret nella canzone “Bring it back”.
Il concerto è stato veloce tirato, il suono bello rotondo, con Roberto che schizzava come una molla impazzita da un angolo all’altro del palco tuffandosi nel pogo per poi ritornare alla voce!!!
Ed è stato bello poter cantare a voce alta canzoni che si cantavano durante l’adolescenza come “Polizia Assassina” o “Naja de merda” e che fino a poco tempo fa non ci saremmo mai immaginati di poter cantare ad un loro concerto, e questo ci ha riempito il cuore di gioia, ma ancora più grande è stata la gioia di poter intervistare in prima persona Roberto scambiando due chiacchiere sulla sua città, su come la si vive oggi e su come è stata vissuta la sua scena nei furiosi anni 80.
Tutto ciò inoltre non sarebbe stato possibile senza la collaborazione del mio amico Michele “Fante” Fantin che ci ha aiutati nella stesura delle domande e che ci teniamo a rigraziare come si deve dato che è stato uno dei pochi che si è lanciato per diventare Interstellare per un giorno…ma ora basta coi covenevoli e andiamo a cominciare!!!
Friends, ladies and gentlemen Radio Interstella and Fante’s proudly present to you the Bloody Riot!!!
Ciao Roberto!!!…il concerto è andato molto bene…parlaci dei ragazzi che ti hanno accompagnato sul palco questa sera.
Loro sono i Because the bean, un gruppo punk hardcore di Parma e Reggio Emilia , sono molto più piccoli di me, c’ hanno una decina d’ anni di meno. Ci siamo conosciuti tramite un amico di Reggio, Fulvio Pinto, una persona buonissima che aiuta tutti. Come ha saputo che la mia ultima band a Roma si era sciolta di nuovo, si è messo alla batteria e mi ha fatto conoscere questi ragazzi, loro hanno accettato; i concerti vengono, inoltre se ci sono delle date dei Bloody mettiamo loro ad aprire in scaletta così sono ancora più incentivati ad appoggiarmi.
Il problema è che non si può fare un disco nuovo perchè fare le prove a Reggio è faticoso, loro comunque sanno che se trovo un altro gruppo a Roma si cambierà line up senza screzi, anche se Roma è diventata una città difficile, anche se è tutto uno studio ed una sala prova non trovo nessuno a cui gli vada davvero di mettersi a fare.
A proposito di Roma, noi da fuori la vediamo come una città in fase di involuzione, tanto razzismo e omofobia, tu come te la vivi?
Sai comunque stiamo parlando di città grandi, ci sono tante persone, e in più sei più casino succede, poi Roma è particolare come ogni città lo può essere a suo modo; certo l’atteggiamento romano è un pò aggressivo tanto che mi ha annoiato e sono andato a vivere in campagna.
Io abitavo alla stazione Termini, e non è che per tutti i giorni della mia vita dovevo vivere per forza la disgregazione sociale, posso anche decidere a quarant’ anni di riposarmi gli occhi e andare ad abitare fuori; certo è faticoso perchè tutti i giorni prendo il treno, ma quando torno a casa ho bisogno di stare un attimo più rilassato, c’ho due bambine splendide e una moglie che ringrazio che mi lascia ancora venire a fare i concerti ed essere qui con voi ora.
Cosa ne pensi della scena hc attuale. Ascolti gruppi odierni o la trovi troppo frammentata tra metal core, crust, grind ecc…?
Ah non ti saprei dire più i generi eccetera, non sono più sulla cresta, sto abbastanza fuori, certo un concerto lo vado a vedere conosco i ragazzi che suonano, inoltre lavoro all’università facendo il facchino quindi sto a contatto coi giovani con i quali avendo io suonato coi bloody si sviluppa anche un’amicizia , ma sai restare sempre informati è un lavoro vero e proprio bisognerebbe comprare duemila dischi spostarsi spesso, io ormai diciamo che sono rimasto negli anni 80.
Rimpiangi gli anni furiosi dell’hc duri e violenti o preferisci il clima più rilassato di oggi?
Ma sai quella era la mia gioventù, e tutti rimpiangono la propria gioventù, però personalmente ora ho una famiglia meravigliosa al mio fianco che mi appoggia e mi vuole bene e i rapporti umani per me sono sempre stati molto importanti quindi non ho mai vissuto un periodo più felice di questo, inoltre suono ancora, la musica non mi manca quindi riesco a godermi le cose belle della vita che ho, e ti dirò di più, suonando con una band giovane sto facendo più serate oggi che qualche tempo fa…Per esempio se capita di trovare una data a Cosenza si prende e si va, pensa che assurdo!!!
Voi che cantavate conto l’eroina come vi ponete in generale verso l’uso di droghe?
All’interno degli stessi Bloody riot c’era chi ne faceva uso e la posizione del gruppo a riguardo è chiara. Il testo di “No eroina” l’ho scritto io; le canne me le faccio ancora oggi però non ti dico che è giusto fumare, io come fumo mi gira la testa!!! Insomma la droga non ha mai fatto bene a nessuno ragazzi e ve lo dice uno che la usa, leggera ma la usa, e pure quella leggera è diventata un impiccio.
Una persona dovrebbe stare bene con le sue mani, ma questo è impossibile con questo tipo di società, se ne devono rendere conto, loro creano un serpente che si morde la coda, ti fanno vivere male, ti cibano di droga e di lavoro non pagato, se lo trovi…questo è il meccanismo triste che purtroppo mi viene da pensare non si romperà mai.
E’ prevista la ristampa del tuo libro “Bloody riot” con allegato il cd per Onda rossa libri dopo i problemi con le femministe a causa della canzone “Bitch” che ha cercato di bloccarne la distribuzione?
Sono stufo di ripetere questa storia. Tutto è iniziato quando avevo 16 anni e le punk del Virus di Milano, che erano molto politicizzate, hanno cominciato a dare contro a questa canzone che non era nient’altro che una pezzo contro chi usa il proprio corpo per ottenere dei privilegi e non contro le prostitute nè contro le donne in generale, e ciò ha creato sempre incomprensioni.
Queste si sono protratte negli anni arrivando fino al momento in cui Onda Rossa Libri, a seguito della pubblicazione del mio primo libro del 2000 “Come se nulla fosse”, mi ha chiesto di scriverne un altro assieme a tutta la band, intitolato appunto “Bloody Riot”.
Questo poi sarebbe stato regalato a Radio Onda Rossa per finanziarla con il ricavato delle vendite, abbiamo fatto un bel lavoro con disco allegato, ma un piccolo centro sociale capitolino molto schierato ha scritto su una pagina web che la radio non doveva produrre materiale sessista o fascista.
Che ti devo dire, loro hanno tutte le loro fisse, ma cerchiamo di ragionare, noi abbiamo scritto quella canzone pensando determinate cose e il risultato che ne è uscito è stato solo una stravaganza, non esiste la parola bitch-o o puttano; quindi le femministe anzichè attacare dei poveri ragazzi che hanno scritto solo una canzone del cazzo andassero da chi pubblica i dizionari, il Devoto Oli, la Treccani e gli chiedessero di inserire la versione al maschile di parole che sti infami girano solo al femminile.
Per chiudere comunque voglio dirti che il libro è stato fatto in 2500 copie ed è stato venduto a 12,49 Euro, quindi ha portato alla radio un finanziamento complessivo di 31.225 Euro, e questo non l’ha detto nessuno, io comunque rimango fiero di aver aiutato una radio indipendente che è anche casa di molte femministe, che mi odieranno per sto motivo anche se pure io dalle donne nella giovinezza ne ho prese di scamorze ed ora con la mia famiglia moglie e figlie sono la mia felicità.
Per salutarci, puoi raccontarci un ricordo particolarmente bello degli anni in cui hai suonato e che porterai sempre con te?
Mah il ricordo è quella cosa sbiadita che si chiama gioventù in cui facevi quelle cose e ci credevi tanto, e quello mi manca perchè ora io non sono più così, uno da ragazzino diceva “Ao sta qua è na vita de merda ce o vojono mettere ar culo!!! Il lavoro e a polizia…!!!” e poi cresci ” E te l’hanno messo ar culo, il lavoro e a polizia…!!!” e ti è successo tutto quello per cui ti lamentavi da piccolo, insomma non so se sono bei ricordi, il ricordo è quello spirito che ti faceva pigliare un sacco di botte, c’ho anche brutti ricordi molto impressi, più dei belli, cose traumatiche serie, però rifarei tutto quello che ho fatto perchè è la mia vita e nessuno può rinunciare alla propria vita!!!
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Noi vi lasciamo con una foto del giovane Roberto (rubata al faccia libro!!!) che ringraziamo ancora con spirito e cuore per l’amicizia e la gentilezza che ci ha riservato regalandoci queste righe, con l’audio di questa chiacchierata e con la rabbia di una delle canzoni a mio parere più intense dei Bloody…alla prossima amici…Peace.