Mira on Air Report: Intervista ai Wora Wora Washington
Una decina di giorni fa siamo andati a trovare gli amici del Dedalo, la sala prove del mirese (Ve) autofinanziata e gestita dai giovani dal 2008, per l’apertura del Mira On Air Festival, festival altrettanto indipendente, autofinanziato e sopratutto gratuito che si è svolto dal 17 al 21 luglio nel cortile della Villa dei Leoni lungo la Riviera del Brenta, e che per l’inaugurazione della kermesse ha ospitato i Wora Wora Washington; trio proveniente dalle province di Venezia e Treviso che propone una chimica del suono che nulla ha da invidiare alle sonorità Brit di Radiohead o Placebo a cui le nostre orecchie sono piacevolmente abituate da lunghi anni, ne tanto meno all’ipnotica potenza della Dubstep da sempre esistente, ma solo oggi dilagante.
E’ stato un concerto speciale che per qualche istante tra sbuffi di fumo e luci verdi e blu mi ha fatto tornare a quelle notti di molte lune fa quando da ragazzino portavo il mio cuore rotto in mano, affamato di viaggi e risposte ai suoi perchè, al cospetto della dea musica ondeggiando la testa con la sigaretta sempre in bocca o sgomitando furioso camminando a due metri da terra in una dimensione onirica in cui il tempo e le percezioni venivano dilatate fino all’ infinito, fino a che la musica non era finita e mi risvegliavo come da un sogno ma con lo spirito contento e sazio.
A fine concerto il mio amico Samal della Dedalo, e che ringraziamo forte, ci ha portati nel loro particolarissimo backstage, una chiesa sconsacrata all’interno della Villa e sul sul cui pulpito se ne stava sbruffone un divano sfasciato e il frigo dei beveraggi e mi ha fatto così conoscere Matteo, voce e basso, Marco, synth, e Giorgio batteria…
Ciao ragazzi!!! Allora come è stata questa apertura del Mira On Air?
Per noi è stato divertente, un martedì inaspettato, non ci aspettavamo un pubblico così numeroso e accogliente
Come nasce il vostro ultimo Lp, uscito lo scorso aprile, “Radical Bending” ?
Nasce come continuazione del disco precedente, “Techno Lovers” uscito nel 2009, ma a differenza del primo che era molto istintivo, questo è stato molto più curato dal punto di vista della produzione, canzoni rodate per molto tempo e la volontà di dargli un’impronta diversa, per questo ci siamo affidati ad un produttore esterno, Stefano Moretti che suona nei Pink Holydays, con il quale abbiamo ascoltato insieme le canzoni e lui poi ci ha messo del suo.
Ascoltandovi stasera ho sentito che avete un suono molto internazionale, probabilmente più facilmente esportabile al di là dei confini nostrani; quindi volevo chiedervi qual’è il vostro rapporto con la scena estera?
Per noi è fondamentale in questo momento perchè stiamo puntando molto all’estero rispetto all’Italia, ci stiamo muovendo per trovare date in Francia e nell’est Europa. Quest’anno ad esempio è il secondo anno che andiamo in Tour in Germania, è stato il nostro secondo tour ed insieme al primo sono stati entrambi molto intensi, abbiamo avuto una bella risposta dal pubblico tedesco quindi siamo intenzionati a continuare.
Ci sono band o artisti stranieri e italiani che hanno contribuito, magari anche da un punto di vista personale, a sviluppare il vostro sound fino a portarlo ad essere quello che noi abbiamo assaporato stasera?
Forse qualche anno fa quando ci siamo formati, siamo partiti con delle idee che venivano da gruppi non molto recenti e sperimentali come i Liquid Liquid, fino ai più recenti Newyorchesi Oneida o gli Lcd Soundsystem, dopodichè ci siamo fatti il nostro suono
Da gruppi italiani non siamo andati ad attingere, certo abbiamo visto belle cose, ma come tutti noi abbiamo ascoltato più musica estera che italiana quindi abbiamo attinto da là, poi il resto viene da noi, quello che ci piace fare viene fuori in saletta indipendentemente da quello che ascoltiamo.
Oltre al promo tour estivo ora, quali sono i vostri progetti per la prossima stagione?
Bella domanda! Da settembre avremo un nuovo booking e stiamo aspettando che le cose si muovano, dovremmo sconfinare maggiormente, riuscire a suonare più spesso anche al sud Italia cosa che a noi piace moltissimo, solo che partire da qua e andare al sud paradossalmente è più difficile che prendere e andare in Germania perchè al Sud c’è un’accoglienza differente, un’apertura all’ascolto differente, per cui bisogna essere tra virgolette promossi, ci aspettiamo con il nuvo booking quindi di allagare i nostri confini Italiani, e con il nostro booking, il booking fatto dalla Shyrec Records di allargarci al nord.
Noi di Radio Interstella facciamo i migliori auguri ai nostri, perchè arrichiscono la nostra scena spaccando con umiltà, e con la speranza di poterli vedere ancora, e poterli sapere in furgone a zonzo per l’Europa e chi lo sa magari su qualche aereo per volare oltre oceano,vi lasciamo alla morbidezza di “Daisy”. Peace.